Si fa sempre più vicina la scadenza del 31 dicembre 2021 della sperimentazione della quota 100, ma il percorso di riforma delle Pensioni sembrerebbe ancora in salita. Una possibile soluzione potrebbe essere inserita nella legge di Bilancio 2022, ma si dovrebbe arrivare alla convergenza delle varie ipotesi di pensioni anticipate che sono trapelate nelle ultime ore.
Una sintesi delle possibilità di uscita per evitare il ritorno integrale ai requisiti della riforma Fornero potrebbe arrivare dalla Commissione Lavoro del Parlamento, impegnata in questi giorni a formulare una proposta organica che includa esigenze previdenziali e flessibilità in uscita.
Si va dal potenziamento dell'Ape sociale alla conferma dell'opzione donna, dai 35 anni di contribuzione - limite sul quale convergono più partiti - a una nuova quota 100.
Riforma pensioni 2022: quasi certamente quota 41 per tutti non si farà
Quasi certamente la riforma delle pensioni del 2022 non avrà tra le opzioni possibili una nuova quota 41 dei lavoratori precoci. La misura attualmente in vigore permette il pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall'età di uscita. Ma prevede vari paletti e requisiti - alcuni dei quali in linea con quanto richiesto per l'Ape sociale - e l'anno dei contributi in età adolescenziale.
Il maggiore sponsor di questa misura di pensione anticipata è la Lega, ma Claudio Durigon ha fatto intendere che per il 2022 non se ne farà nulla. I leghisti sarebbero più per una proroga di quota 100, eventualmente riformata con l'istituzione di un fondo ad hoc per determinate categorie di lavoratori. L'ipotesi di una nuova quota 100 sarebbe, per il bilancio dello Stato, meno dispendiosa della quota 41 per tutti, senza i vincoli e i requisiti richiesti dall'attuale normativa.
Pensioni, per il 2022 il Pd punta su Ape sociale, opzione donna e tutele per giovani e madri
Meccanismi alternativi di pensione anticipata sono proposti dal Partito democratico. Per il Pd le pensioni del 2022 dovrebbero avere ancora come misura a sostegno delle categorie più fragili di lavoratori e di contribuenti l'Ape sociale con uscita agevolata e assistita dalle risorse statali a partire dai 63 anni.
Per questa misura i democratici punterebbero anche ad allargare la platea dei lavoratori che svolgono attività gravose: proprio nei giorni scorsi, dalla Commissione istituita per individuare nuove categorie di mansioni da mandare in pensione a 63 anni, sono arrivati i primi risultati di un lavoro durato un paio di anni (considerando anche gli intervalli dei lockdown). In tutto, le nuove mansioni gravose potrebbero arrivare a oltre 200, assicurando una platea più ampia di lavoratori che potrebbe beneficiarne.
Pensioni anticipate con Ape sociale: le nuove mansioni gravose e la riduzione dei contributi
A proposito di pensioni anticipate con l'Ape sociale, i contributi richiesti attualmente ai lavoratori gravosi per uscire a 63 anni sono pari a 36 anni.
Escono con 30 anni di contributi, con la stessa misura, i disoccupati, i caregiver e gli invalidi al 74%.
L'ipotesi è quella di abbassare il numero di anni di contributi (30 anni) anche a gravosi e usuranti. In tutto, con le nuove categorie di lavoratori ammessi alle pensioni Ape, le nuove uscite del 2022 potrebbero arrivare a circa mezzo milione di contribuenti. I 30 anni di contributi rappresentano il requisito minimo per le pensioni anticipate: quota 100 richiede almeno 38 anni, opzione donna 35 come la proposta arrivata da Forza Italia di un ritorno al vecchio limite contributivo.
Pensioni, le ipotesi di uscita con 35 anni di contributi nel 2022
Infatti, la soluzione ipotizzata dagli "azzurri" sulle pensioni prevede la possibilità di intraprendere quella flessibilità in uscita della quale tanto si è parlato negli ultimi mesi.
La proposta, a firma della deputata Renata Polverini, prevede che con 35 anni di contributi si possa uscire a partire dai 62 anni, a patto che il trattamento di pensione sia calcolato con un taglio di due punti percentuali per il periodo di anticipo, ristretto però dai 62 ai 66 anni.
Dalla pensione di vecchiaia, l'ipotesi di Forza Italia eredita il limite minimo del primo assegno di pensione che deve essere almeno 1,5 volte superiore all'assegno sociale. Più partiti, primo fra tutti quello democratico, sono favorevoli a confermare l'opzione donna anche nel 2022 alle lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e l'età di uscita di 58 anni (per le dipendenti) o di 59 anni (per le autonome).
Tuttavia non ci sono novità in merito al calcolo della pensione con l'opzione donna: chi sceglie questa misura subisce una decurtazione dell'assegno tra il 20 e il 30% per il calcolo dei 35 anni di versamenti con il contributivo puro.
Riforma pensioni, tra le proposte anche quella di uscita flessibile tra i 62 e i 70 anni
Alla maturazione di 35 anni di contributi è anche il limite minimo di pensione anticipata per Fratelli d'Italia: l'età di uscita, rispetto alla proposta di Forza Italia, abbraccia 8 anni in soluzione di flessibilità (dai 62 anni ai 70), ovvero sarebbe il contribuente a decidere l'età giusta della sua pensione.
Anche questa proposta include i vincoli delle penalizzazioni fino a 66 anni per ogni anno di uscita anticipata e l'assegno di pensione di almeno 1,5 volte il trattamento minimo. Infine, dal Partito democratico arriva anche la richiesta di pensare al futuro delle giovani generazioni con la pensione di garanzia e di stabilire la riduzione della soglia di età per le donne madri che lavorano.