È in discussione alla Camera dei deputati la riforma delle Pensioni del 2022. La Commissione Lavoro sta vagliando tra nove proposte pervenute dai partiti con l'obiettivo di arrivare a un sintesi, e a un'età di uscita intorno ai 62-63 anni, con meccanismi che possano andare oltre la quota 100 ed evitare lo scalone previdenziale conseguente a un ritorno quasi integrale alle pensioni della riforma Fornero. Sul tavolo della Commissione le proposte della Lega di Matteo Salvini su un'edizione rivista della quota 100, quelle del potenziamento dell'anticipo pensionistico Ape sociale e dell'opzione donna del Pd e, infine, il ritorno ai 35 anni di contributi per andare in pensione all'età di 62 anni.
Riforma pensioni, i passaggi della legge di Bilancio 2022: verso uscita convergente a 62-63 anni
Arrivare a una riforma delle pensioni condivisa non sarà un cammino in discesa. Si profila, infatti, l'adozione da parte del governo Draghi di un pacchetto di misure per il dopo pensioni con quota 100, la misura in scadenza il 31 dicembre 2021, per poi arrivare a un passaggio alle Camere per la votazione della legge di Bilancio 2022. In quella sede i partiti e il Parlamento proveranno a proporre misure previdenziali basate su di una sintesi di quelle attualmente allo studio della Commissione Lavoro della Camera e alla convergenza sull'età di uscita delle pensioni, nonché sui relativi strumenti previdenziali.
In queste settimane il presidente della Commissione Lavoro, Romina Mura del Pd, cercherà dunque di aprire il dibattito sulle pensioni in modo da sintetizzare le nove proposte di modifica delle pensioni. In questo il Parlamento, a meno di 100 giorni dalla fine di quota 100, sta cercando di recuperare una sua centralità nel dibattito delle pensioni, anche solo per arrivare a una proposta condivisa da consegnare al governo Draghi.
Pensioni dopo quota 100: niente quota 41, più facile uscita gravosi a 63 anni
Tuttavia, arrivare alla convergenza delle proposte di pensioni richiede un impegnativo lavoro di sintesi nelle prossime settimane. Messa da parte almeno per il 2022 già a suo tempo da Durigon, la quota 41 avrebbe rappresentato la soluzione del dopo quota 100 al termine della sperimentazione.
E invece per la misura (da riformare liberandola dai vincoli previsti anche per l'Ape sociale e dell'anno di contributi versato in età adolescenziale), non ci sarà spazio nella Manovra 2022. Più possibilità ci sono per una nuova quota 100, rafforzata da un fondo ad hoc per le pensioni anticipate di particolari categorie che maggiormente necessitano di lasciare prima il lavoro. A tal proposito, una delle ipotesi tra le più accreditate per le pensioni del 2022 è il rafforzamento dell'Ape sociale, con l'allargamento delle categorie rientranti nelle attività gravose e usuranti per permette a una più ampia platea di lasciare il lavoro a 63 anni e con 36 anni di contributi (o addirittura 30 anni).
Tra le ipotesi portate avanti dal Pd anche quella di rendere strutturale l'opzione donna e rilanciare la pensione di garanzia dei giovani.
Pensioni anticipate a 62 anni con 35 di contributi: la proposta di Forza Italia
In un'altra direzione vira la proposta di riforma delle pensioni di Forza Italia. Renata Polverini punterebbe alla misura flessibile di uscita a 62 anni di età con 35 anni di contributi. Rispetto alla flessibilità richiesta nei mesi dai sindacati, l'uscita sarebbe garantita se l'assegno di pensione fosse di almeno 1,5 volte superiore al trattamento minimo sociale. Inoltre il contribuente dovrebbe accettare un taglio del 2% sull'importo di pensione per ogni anno di anticipo rispetto al limite dei 66 anni.
Un'ipotesi simile arriva da Walter Rizzetto di Fratelli d'Italia per il quale la flessibilità sarebbe da racchiudere in otto anni di età (dai 62 ai 70 anni) e una penalizzazione decrescente per l'uscita prima dei 66 anni di età.