Un'indagine della Coldiretti ha mostrato come il prezzo del legname sia tornato ai livelli del 1990, rendendo sconveniente il pioppo con una bassa resa a fronte di costi troppo elevati.
Fra Lomellina e pavese si salvano solo circa mille ettari di boschi per un totale di 300mila piante.
Un tratto caratteristico della pianura padana che presto andrà a scomparire e ci mancherà, sopratutto a noi che siamo abituati a vedere i pioppi segnarci i passaggi ed i confini circostanti.
Come le tipiche risaie in Lomellina o le viti sulle colline dell'Oltrepò anche il pioppo fa la sua parte, ma in due anni il calo è peggio di una sentenza con l'84%di pioppeti scomparsi.
Nel censimento del 2016 ne risultavano circa 1077 ettari con pavia che è la seconda provincia lombarda per numero di pioppi dopo Mantova ( 1409 ettari), ma il confronto con il 2012 è impietoso con una diminuzione di tre quarti della precedente rilevazione.
Ma questo cala marcato è su scala nazionale con i pioppi da legname diminuiti del 77%negli ultimi due anni nella pianura lombarda.
Per la Coldiretti tuttavia, la zona di Pavia, è ancora un'importante baluardo con un patrimonio di 900mila alberi destinati all'industria del legno e della carta.
Pavia, perchè calano i pioppi
I motivi per questo crollo verticale della coltivazione del pioppo vanno ricercati nelle classiche leggi che governano il mercato della domanda e dell'offerta anche in ambiti più diffusi come nel settore delle materie prime trattate nel trading finanziario.
Il pioppo ha alti costi di produzione e lunghi tempi di attesa per la sua crescita oltre che per l'impianto nel terreno e per il taglio del legname destinato al mercato.
Ci vogliono dai 10 ai 15 anni per avere un risultato ed il calo continuo del prezzo non invoglia a continuare la produzione, visto che oggi un bosco viene pagato 7 euro al quintale, stesso prezzo di fine anni 90.
La pianta singola viene valutata fra i 45 ed i 60 euro in base anche alla qualità del legno ed alla sua grandezza oltre al trend di mercato del momento.
Pavia, senza pioppi meno aria pulita
Sono le aziende agricole, come sempre accade in questo settore ad aver determinato questa scelta e di conseguenza a risentirne sarà sicuramente anche l'ambiente.
Se da una parte il paesaggio sarà meno bello, dall'altra anche la qualità dell'aria peggiorerà in queste zone conosciute proprio per questa caratteristica, visto che gli esperti considerano molto importante l'azione delle piante nell'assorbimento dell'anidride carbonica generate dalle attività umane.
E' sempre l'uomo d'altronde così come in ambiti ben più grandi a dettare legge in fatto ambientale ma non sempre le scelte sono positive per lo stesso, ma vanno a salvaguardare gli interessi economici.
Insomma, alla fine rimangono in provincia di #Pavia circa mille ettari di pioppeti per un totale di piante sopravvissute che va dalle 250 alle 300mila.
Dopo Mantova e Pavia, le altre città con più concentrazione di pioppi nei terreni sono: Cremona, Lodi, Milano, Brescia e Varese mentre altre piccolissime concentrazioni rimangono anche a Sondrio, Monza, Brianza, Lecco e Bergamo che detiene il record negativo circa la sparizione del pioppo, crollato del 95% in solo due anni.