Esperanto – Fenomeni, Minoranze & Rivoluzioni è una mostra fotografica sperimentale itinerante e multimediale, attiva a Milano nel mese di ottobre. Un'operazione di street art ideata da Offside Festival Italia per dimostrare come il calcio possa essere un linguaggio universale. Dove si può andare a vedere? Non esiste un museo o una mostra, le opere sono esposte in giro per Milano, affisse sui muri tra le vie e i vicoli della metropoli. Ma c’è chi fa sapere di aver trovato una composizione anche a Torino, dentro una libreria. Questo è il fascino della mostra Esperanto: un progetto artistico attivo solo dal 5 ottobre al 26 ottobre, ma senza che nessuno sappia di preciso dove visionare tutte le opere facenti parte di questa rassegna.

Si tratta di otto composizioni diverse che raccontano otto storie nelle quali il calcio è diventato protagonista nel mondo in cui viviamo e per questo motivo il sottotitolo della mostra è Fenomeni, Minoranze & Rivoluzioni. Le otto opere sono composte da una foto a cui viene associato un racconto inedito, a cura di otto giornalisti sportivi differenti.

Si spazia dalla lotta al saluto romano alla dittatura in Brasile, dall’Apartheid all’orgoglio kurdo. Non immaginatevi però cornici e musei: le opere sono composte come manifesti che chiunque può trovare in giro per la città, leggere, guardare, approfondire e quindi a sua volta stampare e affiggere in nuovi luoghi differenti di Milano, dell’Italia o del mondo.

Una mostra realizzata quindi attraverso mezzi più ridotti possibili, proprio per fare in modo che siano le storie ad arrivare direttamente alla cittadinanza (senza restare rinchiuse nei musei) e per aiutare la diffusione spontanea e virale delle opere su tutto il territorio.

Un’operazione di guerrilla – si direbbe nel marketing – o più probabilmente un esperimento sociale, un gioco sociale, proprio come il calcio.

Data la sua diffusione così capillare e spontanea, la mostra si definisce quindi "itinerante" e allo stesso tempo anche "multimediale", perché ciascun racconto inizia sull’opera e continua sul web grazie al QR Code presente su ogni composizione.

Ma perché proprio il nome "Esperanto"? Perché il calcio è il linguaggio universale e l’obiettivo di questo progetto artistico è dimostrare come il calcio possa essere una lingua che parla a tutti, in grado di passare facilmente messaggi profondi, anche tra culture diverse, e quindi unire i popoli.

Questa è la missione che Offside Festival – il festival cinematografico internazionale del calcio – porta avanti ormai da diversi anni, non solo attraverso la kermesse cinematografica annuale ma grazie anche ad iniziative come questa, svolta per l’occasione in concomitanza con la rassegna #FootballPeople.

I milanesi più attenti hanno già iniziato a incuriosirsi, segnalando sui social alcune di queste opere - che nel giro di una notte sono comparse in circa 500 punti diversi della città - con l’indirizzo del ritrovamento e l’hashtag #esperanto. Per i più pigri si segnala che le opere, nel loro formato digitale, sono tutte consultabili per intero sul sito web dell’iniziativa, mentre chi vuole toccare con mano queste composizioni non deve far altro che cercare indizi sui social o infilarsi le scarpe e cominciare la caccia.

Noi facciamo un “in bocca al lupo” a chi vorrà provare a scovare tutte le otto composizioni, cercando tra il retrobottega di un negozio o tra i vicoli intorno a San Siro, prima che quest'ultimo venga ricostruito.