In vista delle prossime elezioni si fa sentire anche l'Aci (Automobile Club d'Italia), che cerca di interpretare la voce degli automobilisti, indicando ai candidati premier il modo per ridurre del 20% i costi di gestione dell'auto.

Si tratta, ad avviso dell'Aci, di misure a impatto zero sul bilancio dello Stato, ma che farebbero passare i costi di gestione dell'auto in media da 3500 euro all'anno a 2800 euro; le proposte sono contenuto in un Manifesto degli Automobilisti e condensate in dieci punti, se attuati il risparmio corrente complessivo per le famiglie arriverebbe in un anno a 26,8 miliardi di euro, con una ricaduta positiva anche sul versante consumi.

L'Aci propone, tra l'altro, un codice dei conducenti che risolva "la giungla normativa" dell'attuale codice della strada e "orienti con chiarezza i comportamenti degli utenti".

E poi c'è la proposta di una patente "a livelli per le auto più potenti: ai neopatentati è richiesto un anno di pratica con veicoli di potenza limitata prima di condurre qualunque auto";

E' richiesta inoltre "l'istituzione di corsi di guida sicura per il recupero dei punti patente persi in infrazioni gravi o di sinistri mortali, con un esame teorico e pratico a fine corso"; l'abolizione del superbollo e la riforma della tassa di possesso; la rimodulazione delle accise sui carburanti; la riforma rc auto per prevenire le frodi e contenere i costi.

Infine, controlli sui proventi delle multe destinati alla mobilità, proventi che «devono essere esclusi dal Patto di Stabilità perché destinati a investimenti per la sicurezza stradale e non a spese correnti delle Amministrazioni; più metro, bus e tram per rinunciare all'auto in città; più infomobilità» a livello locale e una cabina di regia della mobilità per il territorio.

L'Aci è davvero riuscita a dar voce alle richieste degli automobilisti? Per adesso è certo e ampiamente corroborato dai dati reali, vedi l'ultimo rapporto di AutoScout24, solo quanto riportato dal presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani: "Gli indicatori di mercato per le quattro ruote sono negativi da troppo tempo e il 52% degli italiani dichiara che non cambierà auto fino al 2016, a scapito anche dell'ambiente e della sicurezza stradale (oltre 4 milioni di veicoli hanno più di 20 anni di età e il numero è aumentato del 64% dal 2005). Senza una strategia governativa il comparto non sopravvivrà: nell'ultimo anno hanno chiuso 350 concessionari e oltre 10.000 sono i posti di lavoro tuttora a rischio".