Domani si apre il Salone dell’auto di Ginevra e ci si arriva con un vero e proprio “terremoto” nel panorama automobilistico europeo con la conclusione della più grande trattativa che porta alla nascita del secondo gruppo dopo Volkswagen. PSA (Peugeot – Citroen –DS) ha acquisito infatti per 1,3 miliardi di euro le due case automobilistiche europee di proprietà dell’americana General Motors, la tedesca Opel e la britannica Vauxhall.
Inoltre la casa amministrata dal portoghese Carlos Tavares, acquisirà insieme alla banca BNP Paribas la filiale finanziaria di GM Europe per 900 milioni di euro. La divisione europea di GM si trova in deficit da anni, con la perdita di 257 milioni di dollari lo scorso anno. PSA ha come obiettivo un rilancio e un ritorno agli utili di Opel/Vauxhall nei prossimi tre anni, puntando ad un 2% entro il 2020 e al 6% entro il 2026. L’operazione oltre che con denaro verrà definita con azioni Peugeot; GM potrà così diventare socio del gruppo PSA affiancando lo Stato francese, la cinese DongFeng e la famiglia Peugeot, ciascuno con il 14% del capitale.
Rilancio del brand Opel e le strategie dell'automotive
Al manager portoghese dopo l’operazione di rilancio di PSA, passata dalle sabbie mobili ad un utile di oltre 2 miliardi di euro, va ora la sfida più difficile della sua carriera: il rilancio di Opel. Il gruppo avrà 28 stabilimenti in Europa con 125 mila dipendenti. I due gruppi PSA-Opel hanno venduto 4,3 milioni di veicoli in tutto il mondo, di cui 3,1 solo nel vecchio continente con una quota di mercato che sfiora il 17%. L’operazione Peugeot-Opel, conferma come il mondo dell’automobile da una decina di anni a questa parte sia completamente cambiato e come le piccole case da sole non possono più reggere il confronto con i grandi gruppi che fanno dell’economia di scala la loro grande risorsa e competitività nell’era del mondo e dell’auto globalizzata.
Ne sono prova tra le altre le fusioni passate di Fiat con Chrysler, ma anche quelle di Renault con Nissan. Oggi il mercato dell’auto guarda molto a quello che avviene in Cina, e nell’est asiatico in generale, che sarà nel giro di pochi anni il mercato con maggiore influenza, anche perché proprio da quella parte del mondo le aziende crescono in maniera vertiginosa e le case automobilistiche cinesi sono sempre più influenti, di recente il colosso cinese Geely che ha acquisito Volvo, ha deciso di “avventurarsi” sul mercato europeo con il marchio Lynk & Co, la Dongfeng è azionista come abbiamo visto di Peugeot, senza dimenticare che dal 2008 l’indiana Tata Motors è proprietà di Land Rover e Jaguar.
L'auto cambia identità
Il mondo dell’auto come il mondo in generale non è più lo stesso. Da bambino grazie alle automobiline con cui si giocava, si aveva un’idea chiara di come erano distribuite le case automobilistiche in giro per il mondo. La Fiat Uno era l’auto italiana, l’Opel Corsa era tedesca, la Renault 5 francese come la Peugeot 205, la Jeep era americana, oggi possiamo dire che è anche un po’ italiana. E’ ormai in corso da anni una definitiva trasformazione delle case automobilistiche in grandi gruppi multinazionali, con interesse e stabilimenti in ogni parte del globo che mischiano il quadro dell’automotive. La cosa sicura è che l’auto ha perso la sua identità di una volta.