Tra una settimana, per l’esattezza il 2 settembre, dovrebbe diventare operativo il cosiddetto Fondo di Solidarietà, che permette alle famiglie italiane in difficoltà di avere agevolazioni per i mutui sulla prima casa.

Il regolamento che dà il via all’attuazione dell’iniziativa è stato firmato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, dopo un iter piuttosto faticoso. Se ne parlava già tre anni fa, era stato approvato nella finanziaria del 2008, salvo poi subire numerosi ritardi nella sua reale attuazione.

Ora il decreto ministeriale n. 132 del 21 giugno 2010, che sancisce la sua “nascita” ufficiale, dovrebbe diventare realtà. Il condizionale è d’obbligo, perché la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale non equivale al fatto che i mutuatari possano fin da subito recarsi in banca per chiedere la sospensione delle rate.

In estrema sintesi, per accedere al beneficio di legge il richiedente deve dimostrare di non essere in grado di provvedere al pagamento delle rate del mutuo casa per l’insorgenza di difficoltà personali o lavorative. I requisiti soggettivi devono essere inoltre: titolo di proprietà sull’immobile oggetto di contratto di mutuo, titolarità di un mutuo di importo erogato non superiore a 250 mila euro (in ammortamento da almeno un anno) e un ISEE non superiore a 30 mila euro.

L’iniziativa sembra utilissima: il Fondo, che ammonta a un totale di 20 miliardi, rimborsa le rate del mutuo di coloro che sono, temporaneamente (fino a un massimo di 18 mesi), esentati dal pagamento, oltre a coprire i costi sostenuti dal beneficiario per eventuali onorari notarili anticipati dalla banca e gli oneri finanziari corrispondenti alla quota interessi delle rate.

In realtà affinché l’agevolazione sia operativa in via definitiva serviranno ulteriori adempimenti da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze e sarà altresì necessario risolvere i numerosi dubbi che il testo del regolamento lascia irrisolti.

Il primo. La figura del gestore, una società a capitale interamente pubblico che avrà compiti fondamentali per il funzionamento del Fondo: la gestione del sito internet, innanzitutto, che fornirà le informazioni e al quale le banche dovranno inviare la documentazione ricevuta dai richiedenti.

Questa figura di “vigile” sul funzionamento del Fondo dovrà anche esaminare la veridicità della documentazione trasmessa dagli istituti di credito e procedere al rimborso dei costi da questi sostenuti. Attività che richiedono l’emanazione da parte del dipartimento di un disciplinare con le direttive e le modalità di svolgimento del servizio. Quando? Forse ci vorranno dei mesi.

In secondo luogo sarà necessaria la pubblicazione, sempre da parte del Ministero, di una serie di circolari per impartire istruzioni di carattere tecnico-operativo destinate alle banche, oltre che al gestore. Dall’Abi, l’Associazione bancaria italiana, fanno sapere di aver già chiesto chiarimenti e interpretazioni in merito alla corretta applicazione del Fondo; le banche non si muoveranno di certo prima di avere delle chiare indicazioni in merito.

Le ambiguità del regolamento sono relative anche al tipo di finanziamento che può accedere alle agevolazioni: il regolamento parla di mutuo per l’acquisto della prima casa, senza fare riferimento specifico ai prestiti accesi per la costruzione o la ristrutturazione dell’abitazione. Si parla inoltre di prodotti a tasso fisso o variabile senza menzionare le forme intermedie o l’estensione a mutui cartoralizzati o a quelli rinegoziati, per esempio.

Infine non è chiaro se chi ha già usufruito di altre agevolazioni (per esempio il Piano Famiglie dell’Abi attuato a partire da febbraio 2010) possa accedere al Fondo oppure se l’aiuto sia destinato anche a chi è in arretrato con alcune rate del mutuo.

E poi, il limite di 30 mila euro dell’ISEE si riferisce ai soli intestatari del mutuo o all’intero nucleo famigliare? Domande alle quali il Ministero deve rispondere con una certa celerità dato che il completamento della procedura di richiesta del Fondo di solidarietà richiede almeno un mese.