Bersani haottenuto una vittoria di Pirro. Ha vinto, per un pugno di voti, ma non haottenuto i seggi per governare anche al Senato. Sperava di vincere facile, fortedei rituali delle primarie, ma come chi inizia troppo presto la volata, Bersaniè giunto sfinito, conducendo una campagna elettorale fatta di battute prive dicontenuto innovativo. Né con Monti né contro Monti. Un pendolare tracondivisione dello scempio del rigore e la crescita, tra massimalismo e l'aperturaal nuovo linguaggio di Renzi. Una seriositàsofferta senza un sogno, per paura di sconfinare nel populismo.
Un ripeterericette senza una nuova visione della politica, del funzionamento delleistituzioni e dell'economia.
Anche oggi, nella conferenza stampa, l'ho visto perso neipensieri. La sponda Monti, tanto vagheggiata,si è evaporata. Berlusconi è l'eterno rivale da castigare, con la legge sulconflitto d'interessi, sul falso in bilancio e sulla prescrizione dei reatiancora più lunga.
Stretto in questo spazioangusto che si è ritagliato, a Bersani non è rimasto che aprire a Grillo e offrire la presidenzadella Camera. È il primo partito, ha detto, come se in passato quella poltronanon fosse andata a Bertinotti, alla Pivetti e così via.
Ha a cuore l'Italia ma nonvuole fare accordi, ma presentare un programmadi pochi punti, come se si trattasse di un governo balneare, e su quelliaggregare le forze non populiste.
Io penso che ci voglia un salto di qualità,una stagione d'innovazioni travolgenti capaci di liberarci del passato.
Caro Bersani, allegria,le elezioni le hai vinte e devi governare. Per farlo devi avere e proporre una visione che vada oltre leantiche divisioni e lacerazioni.
La repubblica deveessere rifondata, perché il mondo è cambiato, è diventato globale, dinamicoe competitivo; la paura che attanagliava i nostri nobili padri è svanita.
Alprimo posto devi mettere la riscritturadelle regole costituzionali: più poteri al presidente del consiglio;riduzione dei parlamentari; una sola Camera; eventuale Senato delle regioni; abolizionedelle province; raggruppamento delle regioni; ruolo della magistratura; leggeelettorale, che deve essere l'ultimo atto e non il primo.
Ancora prima e in modo veloce, si deve abolire il finanziamento dei partiti e dei gruppi regionali;ridurre i privilegi ai sindacati e agli Enti di patronato; fare una seria lottaagli sprechi, anche con l'abolizione dei tanti comitati, organismi esovrastrutture di ogni tipo. Ci vuole uno Stato snello.
Abbandonare la lottadi classe e abbassare le tasse a tutti, specialmente sul lavoro.
La lotta all'evasioneva fatta in modo strutturale, abolendo la frammentazione degli interventi, ainiziare dal campo ispettivo in materia di contributi e d'infortuni (INAIL,INPS, Ispettorato del Lavoro, ASL).
Inserire norme di contrasto all'evasione, tipo lacancellazione dagli albi di chi non denuncia un certo reddito, perché se non siesercita la professione non si può garantire una professionalità adeguata.
Un censimento degli alloggi da parte di tutti i Comuni, perfare emergere il sommerso totale o parziale, ma anche per riclassificare ilvalore degli alloggi.
Riformare la giustizia, al solo fine di abbatteredrasticamente la durata dei processi civili e penali.
Incentivare la ricerca, il commercio con l'estero e ilturismo.
Sburocratizzare la pubblica amministrazione, riducendo lespese, anche con l'informatizzazione diffusa.
Ritirare i nostri soldati da tutti gli interventi cosiddettiumanitari.