Beppe Grillo, dal pulpito delsuo blog, tuona contro la mancanza di trasparenza e la violazionedella regola della maggioranza perpetrate - in aperta violazione delCodice di comportamento MoVimento 5 Stelle in Parlamento - daineosenatori eletti nelle "liste certificate". Per quantoammorbidita dal tenore ipotetico, la notasibillina del comico genovese suona, nei confronti dei suoi, come unduro atto d'accusa, che non manca di suggerire la possibilità di nonmeglio (per ora) precisate ripercussioni dovute al comportamentotenuto durante la votazione per l'elezione del Presidente del Senato.
I conti non tornano
PietroGrasso, ex Procuratore nazionale antimafia, conquista lo scanno piùalto di Palazzo Madama con 137 voti. Sommando i voti del Partitodemocratico (109), di Sel (7) e dalle Autonomie (9) si arriva a 125:ne mancano ancora 12 per raggiungere quota 137 e sono proprio questi12 - presumibilmente provenienti dal M5S - a scatenare l'ira diGrillo. Il Megafono del movimento arriva a citare alla lettera laparte del Codice di comportamento dedicata all'obbligo di trasparenza("votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S")per poi affermare che "se qualcuno si fosse sottratto a questoobbligo ha mentito agli elettori, spero che ne tragga le dovuteconseguenze".
Bersaglio dei suoi strali è inoltre l'istitutoparlamentare del voto segreto, rispetto al quale dichiara: "non hasenso, l'eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con il voto palese".
Reazionie interpretazioni
Immediatamentecommentatori e politici iniziano a interrogarsi sul significato dellanota di Grillo: a cosa sta alludendo concretamente quando parla di"trarre le dovute conseguenze"?
Tra le ipotesi che circolano lapiù gettonata pare essere quella delle dimissioni, ma non manca chi- interpretando forse forzatamente la lettera della dichiarazione -tira in ballo l'ipotesi dell'espulsione dal Movimento 5 Stelle.