Pippo Civati (PD) in questi giorni è stato inquadrato come il dissidente n°1 del Partito Democratico.

Le sue dichiarazioni avevano lasciato intendere un allontanamento dalla linea di partito. Su Facebook e nel suo blog, Pippo Civati, aveva espresso chiaramente la volontà di non allinearsi col il suo partito.

Le large intese sono diventate strette per molti esponenti del PD.

Matteo Renzi aveva espresso in più occasioni la sua contrarietà all'appoggio del Nuovo Centro Destra al governo Letta, ma oggi si ritrova ad avallare quella stessa maggioranza.

Il premier entrante aveva anche detto "Mai al governo senza passare per il voto", ma sappiamo tutti quello che è successo. Se da Renzi ci aspettiamo, quindi, repentini cambi di opinione, lo scherzetto di Civati ha lasciato interdetti molti sostentitori ed attivisti del PD che proprio in Pippo Civati avevano riposto fiducia.

Nei pensieri degli italiani si sta annidando il desiderio di avere un partito o un movimento di centro-sinistra che combatta ideologicamente il fare democristiamo del partito di Renzi, e la risposta a questa domanda è stata attribuita alla persona di Civati. Una cosa è certa: gli italiani non si fidano più delle promesse che fanno i politici. E come potrebbero? I tempi d'oro dei lanci di slogan in tv sono terminati, adesso gli elettori aspettano i fatti.

Pippo Civati, in realtà, è stato molto coerente nel suo timido dissenso verso la linea del suo partito. La marcia per "salvare" l'articolo 138 della Costituzione e poi l'uscita dall'aula al momento del voto, la contrarietà a parole sugli F35 seguita da un voto favorevole, concorde a parole con il ritorno al Mattarellum ma contrario alla mozione Giachetti (PD): sono tutte azioni che dovrebbero suggerire che all'Onorevole Civati viene davvero comodo lanciare spot sul dissenso ma poi agire in perfetta linea col suo partito.

Chi oggi è deluso dall'incoerenza di Civati evidentemente non ha memoria. C'è chi potrà ben dire, invece, che Civati è coerente, ma con la sua incoerenza. Il vero dramma della politica non sta nel lanciare spot e poi ritrattare, sta nel fatto che nessuno sembra avere davvero la spina dorsale di mettersi di traverso nel maggior partito di centrosinistra italiano, pena l'espulsione.

Chi si mette davvero di traverso non lo troviamo nelle camere del Parlamento, ma lo troviamo nelle realtà territoriali, soprattutte nelle fila di chi si dichiara apertamente contro il TAV, dissenso pagato con espulsioni. Pippo Civati è personaggio scomodo solo a parole; il PD sa di poter contare su di lui alla prova dei voti e non se ne preoccupa più di tanto. Gli slogan del "vorrei ma non posso" hanno stancato gli italiani. Civati non vuole uscire dal PD perché vorrebbe cambiarlo dall'interno, cosa che gli fa onore. La domanda è: come? Come vuole cambiarlo il PD? A botte di slogan in tv? Con dichiarazioni di dissenso non seguite da fatti?

Il PD non si cambia all'interno se non ci si mette di traverso e se non si rischia la poltrona.

Il PD si cambia lasciando il PD, dando all'opinione pubblica una prova di coraggio e di coerenza. Si cambia il partito stando fuori dal partito, facendo notare all'opinione pubblica che c'è una reale alternativa con la quale il PD deve fare i conti. Se Civati è coerente con la sua incoerenza resterà nel PD allineandosi, ancora una volta, a quei principi che dichiara non suoi. E così sia. In Italia l'incoerenza premier.