Sono alcune settimane che osserviamo inermi l'inclusione della penisola della Crimea nella grande Madre Russia con l'invio da parte del Governo di Mosca di un vero e proprio esercito pronto ad usare la forza se necessario, intimorendo la stessa Ucraina che ormai sperava di entrare a far parte di quella grande oasi di pace e progresso che dovrebbe essere l'Europa, anche se ciò è un'altra storia.
Questa situazione mi fa ricordare un episodio analogo avvenuto negli anni trenta del novecento quando un tiranno con i baffetti, Adolf Hitler, annesse alla sua Grande Germania la patria dei Sudeti usando l'aspetto linguistico come motivo essenziale alla sua azione.
Anche allora tutti si indignarono ma i poveri Sudeti divennero tedeschi e molti nazisti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il mondo intero gridò basta e fece dei campi di concentramento dei musei dell'orrore, orrore che solo l'uomo può creare ed ideare. Inoltre fu istituito un Giorno per Non Dimenticare, il Giorno della Memoria.
Ma dove si trova la memoria nel cervello degli uomini? Oppure è un semplice sostantivo che giustifica la nostra malvagità? Voglio ricordare che fino ad oggi siamo passati moralmente indenni, visto l'odierno risultato in Crimea, da un genocidio ad un altro, anzi questa parola fu coniata nel 1944 da un giurista americano di origine ebraica al quale il semplice termine Crimini contro L'Umanità sembrava riduttivo.
Ricordiamo il Vietnam, la Cambogia, il Cile ecc.. fino ad arrivare al più recente e sanguinoso dove più di un 1.000.000 di persone sono state massacrate letteralmente a colpi di macete dal 06 aprile 1994 al 30 giugno 1994, io ero lì come insegnante già da due anni e l'orrore non ha parole. Oggi dimentichiamo facilmente e permettiamo un nuovo sopruso che sarà forse risolto solo se gli interessi economici degli altri sono convenienti.