L'intera Francia e tutto il Mondo sono indignati da quanto accaduto giorno 7 Gennaio nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo. Un vero è proprio attacco terroristico costato la vita a 12 persone, ed eseguito in maniera impeccabile da soli due terroristi che hanno ucciso due poliziotti e sono riusciti a far perdere le proprie tracce.

L'attentato a Charlie Hebdo - Se è vero che la Francia è grande sappiamo bene che le misure di sicurezza sono adeguate, il giornale colpito era stato spesso, preso di mira da minacce,quindi questo attacco poteva essere evitato, non a caso una delle ultime vignette disegnate da Stephane Charbonnier, sembrava voler presagire quanto poi accaduto pochi giorni fa, la vignetta raffigurata indicava: "Ancora nessun attentato in Francia" e, sotto, il disegno di un talebano armato che dice "Aspettate.

Abbiamo fino alla fine di gennaio per fare gli auguri"

Gli 8000 agenti, stanno setacciando tutta la città di Parigi e di poche ore fa la notizia di una nuova sparatoria avvenuta nella zona nordest della Capitale, più precisamente nella città di Dammartin-en-Goele. Si pensa che gli autori siano sempre i due fratelli ricercati, che questa volta hanno tenuto in ostaggio alcune persone per poi fuggire su un' altra auto. Le forze dell'ordine hanno fornito disposizione agli abitanti, di fare molta attenzione e chiudersi in casa mantenendosi distanti dalle finestre.

La reazione di Charlie Hebdo - Si poteva forse evitare tutto ciò, ma quello che conta adesso è capire cosa stia accadendo. Se ci sia davvero dietro a questo avvenimento , qualcosa di pilotato da tempo e che non sia solo di mano islamica.

La Francia che ha sempre dimostrato di essere forte, con questi avvenimenti , sta trasmettendo oggi molta vulnerabilità, tale da rendersi conto della propria incapacità di proteggere i propri cittadini. La prossima settimana la redazione del giornale satirico colpito, Charlie Hebdo, manifesterà la volontà di continuare a farsi presente in questa lotta contro questo potere politico che vuole spegnere e spaventare la libertà di pensiero e di parola della gente.