In questi giorni la crisi del debito pubblico greco continua ad occupare le prime pagine dei giornali di tutto il mondo e la ribalta dei quotidiani online. Come noto i greci, d'accordo con il Fondo Monetario Internazionale ed in sintonia con la relativa disciplina, hanno chiesto di pagare tutto il debito in scadenza nel corrente mese di giugno con un'unica rata da quasi 1,6 miliardi di euro, con scadenza 30 giugno.

Non sappiamo se Atene disponga delle risorse finanziarie necessarie e se potrà averle alla fatidica scadenza; tra i rumors delle ultime ore, si è parlato di un anticipo di 5 miliardi da Mosca sui diritti di passaggio del gasdotto Turkish Stream sul territorio greco. La Russia ha un interesse concreto nello scacchiere balcanico, in quanto sarebbe intenzionato a ricostruire almeno in parte quella zona di influenza scomparsa con la caduta del muro di Berlino, e quindi in concorrenza con l'Unione Europea. La Grecia sarebbe dunque il tassello finale di questo progetto.

Da dove viene il debito pubblico greco

L'enorme debito pubblico greco ha radici lontane ed è frutto non solo di politiche economiche errate, ma soprattutto di una corruzione endemica e dilagante, che consuma il Pil e l'economia di un paese. Se a questo aggiungiamo un assetto produttivo sostanzialmente arretrato, incentrato quasi esclusivamente sull'agricoltura e l'industria agroalimentare, ma soprattutto sul turismo e sul terziario pubblico, questo fa capire come mai il Paese produca poco e soprattutto non consenta alle casse dello Stato di coprire il fabbisogno di cassa con le entrate fiscali.

Per di più vi è una grave evasione ed elusione fiscale, con vere e proprie categorie di privilegiati esentati dalla tassazione, come soprattutto gli armatori.

Le banche greche, inoltre, hanno contratto grossi debiti con l'estero, in particolare verso banche di Germania e Francia, ragion per cui, ove le banche private siano risultate insolventi o comunque nelle condizioni di dover chiedere il rinnovo dei finanziamenti, lo Stato ha dovuto prestare garanzia, diventando così debitore delle banche straniere. È evidente inoltre che le finanze elleniche sono state sino ad ora gestite allegramente, tanto che poi il governo con la complicità dei principali creditori stranieri (Stati, banche ed altre istituzioni finanziarie), ha prodotto un bilancio assolutamente falso pur di essere ammesso nell'Eurozona.

Il debito pubblico italiano

Dopo la Grecia, la situazione più critica a livello di debito pubblico è quella italiana.

Il debito pubblico italiano, quanto meno negli ultimi anni, non è cresciuto, come sarebbe facile arguire, per un aumento della spesa pubblica, ma soprattutto per gli interessi dovuti sul capitale finanziato. Perché il debito pubblico possa ridursi è necessario che si paghi il capitale e gli interessi, ma soprattutto che l'economia (Pil) cresca. Con la crescita dell'economia crescono anche le entrate fiscali che contribuiranno all'abbattimento del debito. L'Italia, come i Paesi mediterranei dell'Ue, sono interessati in prevalenza da politiche di austerità, che comprimono la spesa pubblica destinata alla crescita, e dunque anche occupazione e domanda interna.