No, a giugno proprio non ce la facciamo a pagare 1,5 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale. Sono state grosso modo queste le parole pronunciate pubblicamente da Yannis Varoufakis, l'economista alla guida del Ministero delle finanze ellenico, e dal ministro dell'Interno Nikos Voutsis, nel significare che la Grecia proprio non ce la fa a pagare quelle 4 rate per complessivi 1,6 miliardi.

In effetti proprio qualche giorno fa i greci avevano dichiarato che tra il pagare pensioni e stipendi pubblici ed i debiti verso i creditori internazionali, avrebbero ovviamente privilegiato i primi. D'altronde in Grecia, pur in presenza di un sostanziale appoggio popolare al governo presieduto da Alexis Tsipras, non mancano i malumori, che politicamente si esprimono con la sinistra di Syriza e, al di fuori dello schieramento di maggioranza, con la sinistra di Antarsya, del Kke (partito comunista) e con gli anarchici, che chiedono con forza al governo di rompere con la Troika e di sospendere i pagamenti. Si chiede inoltre di attuare appieno il programma elettorale di Salonicco, con la nazionalizzazione delle banche, la tassazione dei ricchi con un'adeguata patrimoniale ed infine chiedono di uscire dall'euro.

L'insolvenza greca darà luogo alla definitiva uscita dall'Eurozona (Grexit)? I mercati oggi hanno temuto questo, tanto da chiudere in forte ribasso, con lo spread sui Btp salito a 130 punti. In effetti il default greco diventa quasi scontato, a meno che non si raggiunga un accordo in extremis grazie alla triangolazione della Grecia con Italia e Francia. Oggi Varoufakis dice ancora di crederci, assegnando le responsabilità del mancato accordo all'Eurogruppo ai creditori internazionali, che vorrebbero imporre alla Grecia ulteriori condizioni di austerità, insostenibili per il popolo greco. Le riforme richieste si faranno, ha dichiarato Varoufakis, purché i creditori pongano condizioni sostenibili, per esempio per quel che concerne il disavanzo primario. Insomma, la confusione regna sovrana. Di certo è che forse, se non cambia qualcosa, la Grecia a giugno rischia di non pagare pensioni e stipendi.