Siamo a settembre e come tutti gli anni ricominciano le scuole, ma è anche periodo di test universitari. I ragazzi che si preparano per i test di ammissione sono molti, soprattutto quelli che si iscrivono ai test delle facoltà a numero programmato su scala nazionale come medicina e chirurgia,architettura, medicina veterinaria e odontoiatria. Questi test sono gli stessi in tutte le facoltà italiane e vengono svolti nello stesso giorno.

Oltre ai test a numero programmato esistono i test di ammissione a numero chiuso: è l'università che decide se porre un numero massimo di studenti per una determinata facoltà oppure no. Ad esempio all'università Roma 3 di Roma per accedere alla facoltà di giurisprudenza bisogna partecipare ad un test selettivo poichè l'università ha posto un limite di circa 1000 posti. Non molto lontano da Roma 3 c'è l'università Sapienza, vicino al Policlinico. Diversamente da Roma 3 alla Sapienza il test di giurisprudenza non è selettivo. Tutti i partecipanti al test saranno necessariamente ammessi al corso di laurea anche nel caso in cui sbagliassero tutte le risposte e il punteggio fosse inferiore allo 0.

In questo caso gli studenti avranno un debito che si porteranno appresso per una parte dell'anno, potranno partecipare ai corsi dell'università e alla fine dovranno dimostrare di aver superato le proprie lacune. Questo test infatti non è selettivo ma è valuta le conoscenze possedute dallo studente. Non solo alla Sapienza ma in molte università italiane bisogna effettuare un test d'ingresso che a prescindere dal suo esito consentirà l'ammissione.

 Il test d'ingresso valutativo è inutile?

Io e molti altri studenti ci domandiamo:è davvero necessario fare questo test se si è ammessi comunque?Per rispondere a questa domanda dobbiamo prendere in considerazione alcuni fattori tra cui quello economico.

Partecipare ad un test d'ingresso a numero aperto può costare anche 35 euro. Di per se non è una cifra enorme, però bisogna prendere in considerazione il fatto che molti ragazzi sono indecisi fino all'ultimo a quale facoltà iscriversi e quindi decidono di partecipare a più test. Facciamo un calcolo: se un ragazzo/a si iscrive a tre test e per ogni test deve pagare 35 euro 35x3=105. Non è una cifra irrisoria, senza considerare che i ragazzi e le famiglie poco dopo dovranno affrontare altre spese importanti: la tassa regionale che nel Lazio è intorno ai 140 euro, la prima rata universitaria che solitamente è intorno ai 400 euro, e i libri. Anche il costo dei libri è una spesa da non sottovalutare.

Un libro universitario costa all'incirca 65 euro. é pur vero che si possono comprare i libri usati ma considerando che lo sconto è del 40% comunque è una spesa importante. Alla luce di ciò ci chiediamo: è giusto far affrontare un'ulteriore spesa alle famiglie per un test solamente valutativo?O lo scopo del test è far guadagnare l'università? Se ad un test partecipano 1000 studenti all'università entrano ben 35000 euro. Dall'altra parte però bisogna considerare che l'università pubblica italiana è una delle meno costose al livello europeo. In Inghilterra ad esempio l'università pubblica può costare fino a 9000 sterline l'anno. Di conseguenza anche se è pubblica non è accessibile a tutti.  Ritornando alla domanda, anche ammettendo che il test a numero aperto sia un mezzo per l'università per avere ulteriori entrate sempre meglio pagare 100 euro per tre test piuttosto che pagare 7000 euro in più all'anno come i nostri colleghi inglesi.