La politica del figlio unico era stata adottata nel 1979 da Deng Xiao Ping (il successore di Mao Tse-tung) come metodo di controllo demografico: una legge volta a punire coloro che mettevano al mondo più di un figlio con sanzioni pecuniarie. Lo scopo era quello di dimezzare il numero della popolazione di pari passo con l'allungamento della vita media. Nel 2013 è stata abolita ma ancora oggi la Cina risente di profonde contraddizioni che hanno generato temi controversi. Questapolitica ha spinto ledonne a praticare l'aborto indotto (negli anni Novanta furono favoriti i contraccettivi per frenare questa pratica) e a non registrare i propri figli all'anagrafe per evitare le sanzioni.

A spingere il governo a cambiare direzione è stata la presa di coscienza sulla problematica dell'invecchiamento della Nazione e del fatto che il bacino della forza lavoro si è incredibilmente ristretto. A partire dal 2013 il governo ha permesso alle coppie di avere due figli, ma resta il grosso problema della mancanza di donne: la maggior parte delle donne, negli anni, ha preferito partorire figli maschi perché più "utili" ai fini dell'economia domestica. Questo ha generato un profondo squilibrio demografico di cui la Cina sta ancora pagando le conseguenze.

Bambole al posto delle donne

In Cina persiste il problema della disparità numerica tra uomini e donne e secondo i dati dell'ONU questa discrepanza potrebbe accentuare problemi di ordine sociale come il traffico di esseri umani e la prostituzione.

A ciò si unisce la cultura maschilista, che vede l'uomo superiore alla donna sia in termini di intelligenza che di forza fisica.Tutti questi fattori generano un senso di profonda frustrazione negli uomini (molti di loro invecchiano senza aver mai addirittura avuto un rapporto con una donna) che genera violenza. Pone nuovi interrogativi l'attuale tendenza degli uomini cinesi di soppiantare la mancanza di una figura femminile con delle bambole gonfiabili.

L'ultimo modello è il 156 (il numero si riferisce all'altezza della bambola in centimetri) che costa l'equivalente di 2.500 euro, ovvero circa il salario di sei mesi di un operaio. Ma l'attuale crisi della Borsa non frena gli uomini all'acquisto di questi "beni". Questo fenomeno è in via di accettazione anche da parte delle mogli: molti uomini sono costretti a passare lunghi periodi lontani da casa per via del lavoro e le donne preferiscono che i mariti stiano in compagnia delle suddette bambole piuttosto che con donne in carne e ossa.

La costruzione del bambino prodigio

Da anni lo stato cinese appoggia un progetto che vede come protagonista l'ingegneria genetica con lo scopo di creare un essere umano dotato di una intelligenza insuperabile: l'istituto genomico di Pechino ha infatti raccolto il dna di duemila persone tra le più intelligenti della Terra. In realtà la fecondazione in vitro è una pratica comune nei ceti sociali più ricchi della Cina ma negli ultimi tempi anche questa soluzione per avere figli ha creato non pochi problemi: sono parecchie le famiglie che hanno fatto ricorso alle cliniche che gli hanno permesso di avere un nascituro perché quest'ultimo non rispecchia le aspettative che i medici avevano assicurato, come salute fisica e intelligenza.I dirigenti cinesi sono perciò convinti che la nascita di bambini sempre più intelligenti permetterà una nuova fioritura della Nazione.

Queste tecniche di selezione fanno parte di una branca che in Occidente è fortemente osteggiata, l'eugenetica, poiché pone dei profondi interrogativi di ordine etico. Sotto un profilo storico di lettura occidentale, tali pratiche rimandano agli esperimenti che venivano effettuati dai nazisti sugli ebrei nei campi di concentramento. La Cina non si pone questi problemi morali: è notizia di quest'anno che un team di scienziati ha realizzato per la prima volta l'editing genetico per modificare il dna umano in embrioni per correggere il gene responsabile dell'anemia mediterranea.