La Rai ieri sera, mercoledi 21/10/2015, ci ha catapultati negli anni ’60, in un’epoca forse molto lontana dalla nostra società attuale per alcuni aspetti, ma ancora molto vicina, purtroppo, se ne consideriamo altri. Lo ha fatto mandando in onda, in prima serata, un film strepitoso “The help” di Tate Taylor, ispirato al romanzo “L’aiuto” di Kathryn Stockett.

Distribuito negli Stati Uniti nel 2011, il film ha riscosso molto successo con circa 160 milioni di dollari, ma non ha avuto la stessa sortel’anno seguente quando è arrivato in Italia.

"The Help", la forza delle donne alla ricerca della verità

Questo film parla del coraggio, della forza che risiede nelle donne. Donne che hanno un colore di pelle diverso, donne che hanno esperienze di vita diverse e che fanno parte di classi sociali diverse. Donne però accomunate dall’unica volontà di dire la verità, una verità che potrebbe anche risultare scomoda e che deve però venir fuori, non per potersi accalappiare qualche soldo raccontando storie vere a scapito dei bianchi, ma una realtà che è giusto far conoscere. Storie semplici, divertenti, che lasciano trasparire la triste condizione vissuta e sopportata da generazioni di donne nere che sono state al servizio delle famiglie bianche.

Probabilmente, la Rai ha trasmesso questo film non solo per assicurarsi qualche ascolto in più, ma voglio pensare che l’abbia fatto anche per centrare uno dei temi che purtroppo oggi è ancora troppo vicino alla nostra società: il pregiudizio sociale. C’è ancora chi vive nella convinzione che esiste una diversità, c’è ancora chi usa e sfrutta uomini di colore solo perché sono in difficoltà.

C’è ancora chi purtroppo si sente in diritto di calpestare la dignità di un altro essere umano verbalmente o fisicamente, solo perché è diverso.

La Rai ripropone ancora questo film che già nel 2013 venne seguito da 4 milioni 689 mila spettatori, registrando uno share del 18,78%. Non sappiamo ancora se sarà di nuovo così alto il numero degli spettatori anche quest’anno, ma lo speriamo, perché tanti sono i telespettatori, quante le coscienze che possono essere informate e sensibilizzate.