Nella giornata di ieri, un articolo apparso sul sito web del quotidiano britannico "The Independent", ha fatto scattare l'allarme sull'imminente fallimento di McDonald's, colosso statunitense della ristorazione fast food; la notizia è stata subito rilanciata da numerose testate italiane, alcune delle quali hanno fatto passare in primo piano il messaggio secondo il quale l'azienda sarebbe sull'orlo del baratro. Come stanno le cose per davvero?

Il sondaggio

La colonna portante dell'articolo è un sondaggio condotto da Mark Kalinowski su 29ristoratori(che gestiscono 226 ristoranti McDonald's), ai quali è stato chiesto di fare una previsione semestrale con un punteggio da 1 a 5.

Il risultato? 1.69, il più basso degli ultimi 12 anni. Uno dei ristoratori ha così commentato: "The CEO is sowing the seeds of our demise. We are a quick-serve fast-food restaurant, not a fast casual like Five Guys or Chipotle. The system may be facing its final days", ovvero: "Il CEO (amministratore) sta piantando i semi per il nostro decesso [...]. Il sistema potrebbe andare incontro ai suoi ultimi giorni di vita"; dichiarazioni che si prestano senza ombra di dubbio a numerose interpretazioni, tra le quali (in modo molto marginale) quella del fallimento. Che al momento non è contemplato dai dati a disposizione.

I numeri al 31 dicembre 2014 sono tutt'altri che catastrofici: in bilancio, infatti, si leggono ricavi per 27.441.300 di dollari e un utile di 4.757.800.

In valori percentuali si assiste a un calo (anche sostanzioso) rispetto ai due anni precedenti (sia un termini di ricavi che di utile), ma se si prende in considerazione l'anno 2011 il confronto ci restituisce un aumento del fatturato e una diminuzione dei guadagni. McDonald's è un'azienda in crisi? Possibile, di certo è un'azienda che non riesce più a crescere.

McDonald's è un'azienda sull'orlo del fallimento? Pare proprio di no.

Sono oltre 36.000, distribuiti in più di 100 Stati, i ristorantiMcDonald's; l'80% dei quali aperto con la formula del franchising. Il sondaggio di The Independent si basa su 226 imprese, vale a dire lo 0,63% del totale (o lo 0,78% se si prendono in considerazione esclusivamente quelli aperti in franchising). Davvero numeri del genere bastano a far scattare un campanello d'allarme?