È di ieri l’ultimo intervento sulla questione delle misure di riforma delle pensioni 2016 contenute nella legge di stabilità: a parlare è Tito Boeri, il presidente dell’Inps, il quale ha sottolineato come il governo Renzi non solo non abbia risolto quelle che sono le esigenze del sistema previdenziale italiano ma avrebbe addirittura messo in campo dei provvedimenti parziali inutilmente costosi e, soprattutto, inefficaci. Le sue parole non possono che suscitare polemiche, ma la riflessione che occorre fare riguarda soprattutto le motivazioni per cui il governo Renzi ha rinviato ancora una volta un intervento strutturale sulla previdenza: l’idea è che le dichiarazioni di Tito Boeri non vadano lette nella direzione di una critica all’operato dell’esecutivo, quanto, all’interno del gioco politico, come una sorta di invito a mettere in campo la vera riforma delle Pensioni per il 2016, quella che lo stesso presidente dell’Inps definisce come ‘ultima’ e ‘definitiva’, e cioè il tanto contestato e dibattuto passaggio al contributivo.

I dati dell'Inps parlano di 4 pensionati su 10 sotto la soglia dei 1000 euro: questo dato entrerebbe comunque in contraddizione con la proposta di Boeri, per la quale, con il contributivo, il numero di coloro che scenderebbero sotto tale soglia salirebbe ancora.

Intanto, se le critiche di Tito Boeri riguardano soprattutto i costi eccessivi di queste misure parziali (il riferimento è probabilmente agli esodati e alla proroga dell’opzione donna), dai comitati e dalle associazioni si continua a sottolineare come di esodati senza tutela ne resteranno comunque ancora circa 20mila; da parte dei sindacati è invece calato uno strano silenzio: la capacità di incidere sulle scelte governative sono ridotte al lumicino ed anche questa rappresenta, comunque, una forma di agonia della democrazia italiana.

Le critiche di Boeri al governo Renzi: ultime news riforma pensioni 2016

La bocciatura di Tito Boeri nei confronti dei provvedimenti di riforma delle pensioni del governo Renzi è stata molto decisa: si tratterebbe, infatti, soltanto di interventi parziali e selettivi che non potranno che produrre la necessità di nuovi correttivi come all’interno di un circolo vizioso dal quale sembra difficile uscire.

In realtà, soltanto pochi giorni prima della presentazione della legge di stabilità, Matteo Renzi aveva dichiarato a Radio RTL 102.5 di aver discusso proprio con Tito Boeri delle modalità che dovrebbe presentare una riforma strutturale delle pensioni per il 2016. Il presidente dell’Inps, bocconiano di stirpe e neoliberista di razza, non sembra essere stato ascoltato nell’immediato, ma la questione è, probabilmente, di carattere elettorale: Renzi non se la sarebbe sentita di presentare agli elettori il conto salato del passaggio al contributivo, vero e proprio mantra di Tito Boeri.

Insomma, sembra che le critiche del bocconiano siano in realtà un’importante mossa di scacchi; in poche parole, se riforma delle pensioni 2016 ci sarà realmente nei prossimi mesi, non potrà che essere secondo la ricetta di Tito Boeri: passaggio al contributivo, contrazione fino al 20-30% degli assegni e misure di reddito di sussistenza per gli ultra 55enni senza lavoro né pensione.

Il passaggio al contributivo sembra essere l’unica soluzione possibile per un paese come l’Italia che sta invecchiando: eppure, il tutto sembra entrare in conflitto con un’idea differente di welfare state e di spesa sociale, tanto più che l’innalzamento a 3mila euro per i pagamenti in contanti significa abbandonare ogni forma di lotta all’evasione fiscale e, senza una battaglia seria in quella direzione, saranno tempi duri per la previdenza, per la sanità e per la scuola.È tutto con le ultime news sulla riforma delle pensioni 2016 e le critiche di Boeri al governo Renzi; per aggiornamenti, cliccate su ‘Segui’ in alto sopra l’articolo.