La settimana che si è appena conclusa ha 'ufficialmente' confermato che è in atto una guerra, quella tra la Francia e l'ISIS: ma siamo sicuri di conoscere sul serio il nemico?Le speculazioni non mancano, le ipotesi si sprecano, i pensieri si confondono, la verità è che tutto questo non è vivere. Qualche ora fa la Francia ha deciso di passare al contrattacco e Hollande dichiara: "Chi è contro di noi perde sempre".
Siamo sicuri che non ci perdiamo un po' tutti? Il terrorismo, se cosi può essere definito, non va combattuto in questo modo, eppure il presidente francese rispetto allo scorso venerdì sembra aver cambiato idea.
Passare da "atto di guerra" a " è guerra", c'è una differenza sostanziale:Hollandeha ordinato una vera e propria azione militare, complimentandosi con i piloti francesi per aver bombardato il quartier generale dove, probabilmente, 'nasce' l'ISIS. Non sono stati colpiti solo i palazzi, non solo i centri nevralgici, ma ennesime persone innocenti, tra cui bambini. Lo Stato Islamico nega, per loro i missili hanno colpito il nulla, ma allo stesso tempo promettono vendetta.
La stessa misura della vita
Ancora una volta si evidenzia come, in questo mondo, si fanno delle differenza ingiuste. Lo Stato Islamico ha colpito il cuore della Francia, ma ha dichiarato quali saranno i prossimi tre obiettivi:tra questi c'è anche la capitale d'Italia.C'è da preoccuparsi?
La risposta sarebbe alquanto scontata, ma dovremmo iniziare a preoccuparci per ben altro. Da questo 'guerra' si evince ancora una volta che il razzismo non è altro che sinonimo dell'ignoranza.
Sono tanti quelli che si sono 'schierati' a favore dei bombardamenti francesi, ma sono davvero pochi quelli che hanno un pensiero per le vittime della Siria.
La vita è un dono prezioso, quella dei bambini è inestimabile. Quando viene ucciso un bambino, francese o siriano, il mondo perde e non esiste un vincitore. Certo, la guerra la vince chi resta con più soldati, ma questi scontri dove ci porteranno? Non c'è logica in questa dichiarazione di guerra, da come abbiamo potuto capire i 'terroristi' avevano passaporti di diverse nazioni.
La soluzione c'è, bisogna posare le armi, le situazioni politiche non vanno risolte in questo modo: nessuno di questi morti risanerà una cicatrice tra 'paesi' sempre più dolorosa. Ognuno col proprio 'Dio' e se la guerra genera guerra, iniziamo a generare un po' d'amore. Un tempo i Troiani allontanarono i Greci e si tennero il cavallo; perché la violenza uccide, ma l'ignoranza di più.