Notizia importante quella che ha dato il Premier Matteo Renzi nel consueto appuntamento di “matteorisponde” sui social network. Il Premier questa volta si è spinto a dichiarare che nella rivoluzione del Fisco, del suo rapporto con i cittadini e della riscossione tributi, l’obiettivo è chiudere Equitalia entro il 2018. Per Renzi quindi il Concessionario per la riscossione, il nemico pubblico numero 1 per milioni di italiani ha i giorni contati.
Prima di stappare le classiche bottiglie e festeggiare, vediamo di cosa si tratta e cosa potrebbe comportare questo autentico terremoto, tenendo conto che di ufficiale non c'è nulla.
La verità è che si tratta di una vecchia storia
Sicuramente sarà venuto un colpo, non solo ai cittadini che hanno a che fare con il Concessionario alla riscossione, ma anche a esponenti della nostra politica che da sempre sono sponsor di questa idea. L’abolizione di Equitalia è una vecchia proposta del Movimento5Stelle come dimostrano proposte ufficiali depositate in Parlamento. I Governi che si sono succeduti hanno sempre respinto al mittente questa opzione, anche quello di Renzi.
Un Disegno di Legge dei 5 stelle depositato da Azzurra Cancelleri nel 2014 fu bocciato dal Governo e ieri esponenti del gruppo come Carlo Sibilia, alla notizia che Renzi abbia cambiato idea, ha azzardato via Twitter, di voler rivotare subito quel DL. Inoltre, il 9 maggio in diverse località ci sono stati sit-in e banchetti per la raccolta firme proprio per chiudere il Concessionario. Il Gruppo Parlamentare di Fratelli D’Italia che ha lanciato la petizione, ha già pronta una proposta parlamentare da depositare, sempre con oggetto la chiusura di Equitalia. Bisogna anche dire che negli ultimi anni, per molti tributi famosi, come quelli per la raccolta rifiuti, in molti comuni la fase dell'incasso è rimasta appannaggio dei comuni e non di Equitalia.
Azzardando qualche ipotesi, per gli italiani potrebbe essere peggio
Secondo le proposte dei partiti di opposizione di cui parlavamo prima, l’onere della riscossione sarebbe dovuto passare all’Agenzia delle Entrate (M5S) ed alle Regioni (FDI). L’idea del Premier rientra in un discorso più ampio che mira ad abbassare le aliquote dell’Irpef per il numerosissimo ceto medio ed a riformare il meccanismo dell’IVA. Per carità, come sempre le parole del Premier toccano note dolenti ed argomenti a cuore di molti, ma sono tutte cose che i vari Governi hanno sempre posticipato tra Decreti Milleproroghe e Leggi varie. Senza Equitalia, chi incasserà i vecchi ruoli e come si combatterà l’evasione fiscale sono dubbi leciti.
Le clausole di salvaguardia posticipate alla prossima Legge di Stabilità dalla precedente, sono ancora lì a minacciare di far salire IVA ed accise. Per i cittadini la speranza sarebbe che chiudendo Equitalia, il periodo di passaggio dei ruoli dal Concessionario a chi per lui inizierà ad operare per l’incasso, dia luogo a ritardi nelle notifiche e che tali ritardi diano luogo alle famose prescrizioni delle cartelle. Si può ipotizzare, inoltre, che l’abolizione di Equitalia sia un evento che prelude ad un condono tombale, in modo tale da non lasciare pendenze irrisolte tra una fase e l’altra. Fin qui le speranze, ma a guardarla con pessimismo, siamo davvero sicuri che ai cittadini andrebbe meglio?
Adesso il nemico è unico e riconosciuto, cioè il Concessionario alla Riscossione. Dare l’arma in mano ad ogni singolo Ente potrebbe confondere e rendere difficile ancora di più il rapporto non certo idilliaco tra cittadini e Fisco. Immaginiamo cartelle esattoriali che oggi vengono solo da Equitalia e che in futuro potrebbero venire da Comuni, Regioni e Fisco. Fermi amministrativi, pignoramenti, espropri e così via, cioè le armi che adesso ha in mano solo Equitalia, diventerebbero armi di tutti gli Enti.