Una storia vera misconosciuta che potrebbe insegnare qualcosa anche a questa comunità globale odierna priva di valori condivisi. Nel 1947 Seretse Khama (David Oyelowo) l'erede al trono di quello che sarà poi il Botswana - in quel periodo protettorato inglese con forte influenza del Sudafrica - si trova a Londra per terminare i suoi studi e lì conosce Ruth Williams (Rosamund Pike) un impiegata figlia di una famiglia di commercianti inglese.

Si amano, si sposano, ma la loro unione diventa un problema sia per le loro famiglie, sia per il protettorato britannico preoccupato di compiacere il Sudafrica.

Ritornato in patria con una moglie bianca Seretse ha i primo contrasti con lo zio a cui dovrebbe succedere. Poi un rapporto interno dell'amministrazione inglese di cui nulla si sa lo costringe ad un primo esilio in Inghilterra ed a finire come oggetto del contendere tra laburisti in carica e gli oppositori conservatori guidati da Winston Churchill.

Quest'ultimo gli promette appoggio quando è minoranza, ma quando vince le elezioni lo esilia a vita, "perché ciò che si dice all'opposizione è diverso dalle realtà di governo". Ma Seretse si fa furbo ed aiutato anche dalla moglie che gli ha partorito anche una bella erede che le fa da controaltare mediatico con un'astuzia alla Ulisse riesce a ritornare in Patria, rinuncia alle sue prerogative di successione monarchica, blinda i diritti sui diamanti per il suo popolo.

Ora il futuro Botwasa - pur non dimentico delle tradizioni tribali - sarà governato su basi democratiche. Il pubblico non entrerà più nel privato: ognuno potrà sposare chi vuole ed il morbo del razzismo sarà anestetizzato dallo stare insieme in maniera responsabile aiutandosi l'uno con l'altro. Perché "non c'è persona che può dirsi libera se non è padrona del proprio destino".

Qui nasce la democrazia, le ragioni che la sostengono e che ce l'hanno fatta scegliere come antidoto rappresentativo agli egoismi di potere, di casta, di genere, di presunta superiorità degli uni sugli altri.