In un derby che lascia l'amaro in bocca. Dove l'extratime passa da cinque a sette minuti. Dove si passa dal sapore della vittoria, dopo un quarto d'ora da incubo, alla beffa grottesca, leggo un post di Massimo Suppo IS che non parla di arbitri, di Pioli, di tutti a casa e così via e mi ispira.

Icardi piange, Brozovic un po' meno

C'è un ragazzo sempre imbronciato che ad un auspicabile silenzio di un post derby amaro, preferisce mostrare la sua opulenza ed indifferenza pubblicando le foto con gli amici, da una piscina in cima ad un attico nel centro di Milano.

Quel ragazzo si chiama Marcelo Brozovic e dopo la patetica prestazione contro la Sampdoria, non perde occasione per ricordare a tutti che vuole andarsene da Milano e dall'Inter. Poi c'è un altro ragazzo, un pò cresciuto ma solo fisicamente che dimentica di avere vinto tutto, non ancora ventenne, grazie all'Inter. E si diverte-malgrado sia stato cacciato dalle più importanti squadre d'Europa- a sfottere i tifosi nerazzurri. Quel ragazzo si chiama Mario Balotelli, la dimostrazione concreta di come un grande talento sia stato rovinato da una piccola personalità. Josè Mourinho conoscitore di calcio e di uomini, ci avveva avvisato.

Icardi ricorda Facchetti

E poi c'è un altra foto, la più bella e struggente che mostra un ragazzo di 23 anni da solo in mezzo al Meazza mentre piange sconsolato. Lo stesso che più tardi cita sul suo profilo Twitter la frase immortale, di una leggenda nerazzurra Giacinto Facchetti: "Ci sono giorni in cui essere interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore ". Quel ragazzo è Maurito Icardi. Reo agli occhi del "machismo" nazionale ed argentino, di aver soffiato la moglie ad un amico. Che ha regolarmente sposato , mostrandosi padre e marito devoto. Il medio evo purtroppo vive e vegeta anche tra gli illuminati supporter nerazzurri, occupati a sbirciare dal buco della serratura della vita privata delle persone.

E' lo stesso Icardi che dicono abbia mancato di rispetto ai tifosi. Quelli che hanno straparlato di un libro, probabilmente mai letto ed effettivamente piuttosto inutile. Dove qualche permaloso della Curva Nord, che ha stigmatizzato il giocatore non è parso proprio un cavaliere senza macchia e senza paura.. I detrattori dell'argentino, non lo considerano all'altezza del blasone. Eppure sono 75 i goal ad oggi, come quelli del Principe Diego Milito. Ma non bastano perché le sue reti non fanno vincere la squadra. Quando si parla di Mauro Icardi, le vittorie sono di squadra - giustamente- ma le sconfitte diventano personali. Solo lui è il mercenario, gli altri notoriamente giocano gratis. Come quando da capitano affronta arbitri e squalifiche, forse ingenuamente, forse con l'orgoglio della fascia che troppi interisti giocatori e non hanno dimenticato.