I risultati elettorali delle amministrative, svoltesi ieri in oltre mille comuni italiani, mostrano la rilevanza politica di tre elementi. Il primo è la fioritura di tante liste civiche. Esse hanno contribuito alla partecipazione attiva di molti cittadini: intesa come attività di promozione, oltre che come pura espressione di preferenza in cabina elettorale. Sul fronte dei voti queste liste hanno agito come emostatico contro l’astensionismo - il secondo tema di queste amministrative - offrendo l’opportunità a quanti, disamorati dai propri leader, non hanno voluto comunque rinunciare a scegliere i propri governanti locali.

Ciò implica che la preferenza, in questo caso, non è legata a un colore, o a un emblema ideologico, bensì alla conoscenza diretta, o indiretta, del singolo candidato. Tuttavia, se la presenza delle liste civiche è stata massiccia, e se ha permesso a molti aspiranti amministratori di essere eletti o di andare a ballottaggio, comunque non ha arginato la disaffezione dei non votanti. Infatti, secondo i dati del ministero dell’Interno, solo poco più del 60% degli aventi diritto si è recata ai seggi. Così, rispetto alla precedente chiamata alle urne, in cui i partecipanti furono più del 66%, si registra un netto aumento dell’astensionismo: +6%.

La Rivincita dei Reietti

Il terzo e ultimo aspetto significativo, strettamente collegato ai precedenti, è la rivincita dei reietti. A Verona, Flavio Tosi - sindaco uscente- che nel 2015 è stato espulso dalla Lega Nord dall’attuale segretario Matteo Salvini per impedirne la candidatura alla guida della Regione Veneto, tenta ancora la vittoria. Tosi non potendo più proporsi come sindaco, poiché ha concluso il secondo di due mandati consecutivi, mette alla guida del suo soggetto politico - Fare! - la compagna: Patrizia Bisinella. A conti fatti, la signora è seconda in ordine di consensi a Federico Sboarrina, sostenuto dai partiti del centro-destra. Riuscirà Flavio a spuntarla anche questa volta?

Pur non potendo dare una risposta secca, il dato politico rilevante è che Tosi - l’espulso - è ancora amato dai suoi concittadini. L’altro reietto, che sta dando filo da torcere ai suoi ex colleghi, è Federico Pizzarotti. Anche lui è stato silurato dalla propria squadra, il M5S, ma proprio come Tosi vuole tornare a vincere nella sua comunità: Parma. Al momento Pizzarotti è in pole position per la fascia tricolore.

Come si riflettono questi primi dati sul piano politico nazionale?

Il M5S delude le aspettative e ciò riduce la forza delle sue posizioni sul piano politico, in particolare sull’accordo a quattro mani per la messa a punto della legge elettorale. Dall’altro, la “squadra renziana” riesce contenere le perdite legate alla fuoriuscita dei “bersaniani” dal partito.

Tuttavia, la profezia di Pierluigi sembra avverarsi. Infatti, se da un lato il Pd perde parlamentari, dall’altro la destra, alle strette da mesi, riscopre la forza dell’unità. Fratelli d’Italia, la Lega e il partito di Berlusconi insieme portano i propri pupilli al ballottaggio, in molti comuni. Malgrado le buone intenzioni, più legate alla necessità del momento che a un sincero anelito di condivisione, va ricordato che ciò è valido a livello locale. Sul piano nazionale, infatti, lo schema cambia. Quando la musica s’interrompe e solo una sedia è libera, non c’è da stupirsi se si scatenerà la baruffa per la conquista dell’unico posto disponibile. L’unico che conta: Palazzo Chigi!