Nuova mappatura politica per l’Italia. Ieri si sono svolte le elezioni comunali per il rinnovamento di 1004 sindaci. I risultati generali svelano un ritorno del classico schema bipolare: centrodestra contro centrosinistra, come per esempio a Genova e Catanzaro. Il test per le prossime Elezioni politiche non è stato superato dal Movimento 5 Stelle, che ha deluso restando fuori dai ballottaggi delle città più importanti.
Le opzioni del centrosinistra e del centrodestra
Molti italiani sono rimasti in casa. Alle ore 23, l’affluenza si è fermata al 60,07%.
Nelle ultime elezioni amministrative svolte nel 2012 (anche in quell’occasione era primavera, era il 6 maggio), ha votato il 48,98%. Quella volta però era possibile votare anche il lunedì.
A Parma è in testa il sindaco Federico Pizzarotti, scelto con il partito di Beppe Grillo nel 2012, poi fuoriuscito dal movimento per differenze con il leader. Pizzarotti ha ottenuto il 34,8% dei voti, mentre Paolo Scarpa del Pd circa il 32%, Laura Cavandoli del centrodestra il 19,3% e il grillino Daniele Ghirarduzzi il 3%. A Genova si affronteranno centrodestra e centrosinistra, rispettivametne con Bucci (Forza Italia), con il 39,8% e Crivello (Pd) con il 33,4%. Neppure in Sicilia il M5S è riuscito ad affermarsi.
A Palermo il sindaco del centrosinistra Leoluca Orlando ha vinto al primo turno con il 46,1% per cento dei voti. A Verona, il candidato del centrodestra Federico Sboarina ha ottenuto il 29,3% e andrà al secondo turno con Patrizia Bisinella, senatrice del gruppo Fare, che ha avuto il 23,6%. Nella città di Padova il leghista Massimo Bitonci, ha passato il primo turno con il 40,2 per cento.
A Catanzaro Sergio Abramo (centrodestra) ha il 40%, mentre Antonio Ciconte (centrosinistra) si è fermato al 30%. A Taranto Stefania Baldassarri si prepara al ballottaggio con Rinaldo Melucci. L'Aquila ha riconfermato Americo Di Benedetto con il 47%.
La débâcle del Movimento 5 Stelle
“Era prevedibile che il Movimento 5 Stelle avrebbe perso punti in queste elezioni comunali.
Sono stati loro a mettersi d’impegno per perdere Genova, e ci sono riusciti. I militanti del partito avrebbero conquistato la città se Grillo non avesse annullato la scelta presa democraticamente dalla Rete”, ha dichiarato a La Stampa Marika Cassimatis, candidata vincitrice delle primarie del M5s per il comune di Genova, ma esclusa dal leader penta stellato qualche giorno dopo.
Sul quotidiano La Repubblica si legge che già dai primi exit poll si accennava il disastro dei Cinque Stelle. Dopo la vergogna di vedere Pizzarotti passare al secondo turno da indipendente, lo scandalo delle firme false a Palermo e gli scontri a Genova dopo la scelta di Cassimatis, la leadership del partito ha cominciato ad indicare i colpevoli - via chat - tra cui Luigi Di Maio.
Il tempo è poco e la necessità di un cambiamento nella linea del partito sembra imminente. Grillo dovrà trovare una nuova formula prima di presentarsi alle elezioni politiche, che probabilmente si svolgeranno a settembre.
Secondo il segretario del Pd, Matteo Renzi, il Movimento 5 Stelle “perde perché non decide, ma anche perché non sa governare”. Per l’ex premier, la disfatta di ieri è la prova che il consenso dei grillini non si traduce necessariamente in voti sul territorio ed è per questo che hanno voluto fare saltare il modello tedesco per la legge elettorale. Avrebbe vinto chi ha sostegno effettivo tra i cittadini e questo non conviene al partito di Grillo, tutto fumo e niente arrosto.