È un'Inter fortemente ridimensionata quella uscita dallo stadio Dall'Ara, frenata sull'1-1 da un ottimo Bologna. I felsinei, protagonisti di un primo tempo giocato a ritmi elevatissimi in cui è brillata la stella di Verdi, autore del primo splendido gol della squadra di casa e di una prestazione sontuosa, interrompono la striscia di vittorie degli uomini di Spalletti che già pregustavano la vetta della classifica in solitaria, in attesa delle partite di Juve e Napoli.
Non arriva la vittoria a coprire le difficoltà di gioco: interpreti non adatti?
Se i problemi evidenziati in fase di costruzione contro Spal e Crotone erano passati in secondo piano grazie a due vittorie, il pareggio di ieri sera ha palesato una reale mancanza di concretezza e fluidità di manovra nel centrocampo interista, messo in difficoltà dal pressing asfissiante praticato dai giocatori di casa. In particolare Joao Mario è sembrato estremamente in difficoltà, sia in fase di contenimento che in fase di costruzione: lento nei passaggi e nei movimenti senza palla, molle e poco deciso nei contrasti e nei recuperi. Probabilmente una grossa delusione per Spalletti che in lui ha visto all'inizio della stagione il potenziale per avvicinarsi a quel Nainggolan che a Roma ha ricoperto e tutt'ora ricopre il ruolo di "trequartista moderno" che tanto piace al tecnico toscano, un trequartista di gamba, forte fisicamente e puntuale in fase di realizzazione.
Nello stesso ruolo, anche Eder e Brozovic sono sembrati incapaci di incidere, con l'italo-brasiliano che ha, però, mostrato un piglio propositivo (da una sua azione è scaturito il rigore del pareggio realizzato da Icardi) e voglia di provare a cambiare qualcosa, anche se fuori ruolo. Gli spenti Borja Valero e Vecino completano un quadro a centrocampo quasi disastroso: lento di testa e di piedi, incapace di accelerare nei momenti importanti della partita e con scarsa propensione a muoversi senza palla.
Sicuramente avrà inciso la stanchezza dovuta a tante partite in un breve lasso di tempo, ma fino a che punto?
Spalletti potrebbe pensare ad un cambio modulo
Il tecnico di Certaldo a questo punto potrebbe decidere di adattare un modulo differente ai giocatori a sua disposizione: virare dal 4-2-3-1 ad un 4-3-3 con due mezzali ed un centrocampista centrale a far girare palla, garantirebbe maggiore dinamismo all'inizio dell'azione ed una maggiore presenza nella zona nevralgica del campo, permettendo a Vecino di sfruttare una delle migliori qualità mostrate durante la sua permanenza a Firenze: gli inserimenti senza palla per aprire la difesa avversaria ed offrire una soluzione offensiva aggiuntiva.
L'uruguaiano, infatti, è stato fino ad ora costretto a compiti quasi prettamente difensivi, da mediano accanto a Borja Valero con compiti di impostazione nel centrocampo a 2. Gli stessi Joao Mario e Brozovic sono giocatori abili in questo tipo di soluzioni: partire qualche metro più indietro, in una zona del campo più laterale, potrebbe dar loro la possibilità di trovare maggiori spazi per incidere in fase offensiva.