Tenetevi i ritardi. Tenetevi gli autobus in fiamme. Tenetevi le stazioni metro che si allagano. Tenetevi i disservizi. Tenetevi un debito miliardario. Tenetevi gli scioperi tutti i venerdì. Cari romani, care romane: tenetevi Atac.

Era un week end importante, decisivo per la Capitale, un week end che poteva aprire delle porte chiudendone altre. Il cambiamento era davvero nell’aria.

Virginia Raggi, il primo sindaco donna di Roma, rischiava di essere condannata, ma sabato è arrivata la sentenza di primo grado nel processo. Sentenza che, qualora avesse avuto un risultato diverso, avrebbe significato le dimissioni della Raggi e un duro colpo al Movimento 5 Stelle, la fine drammatica di un progetto fallito. E invece Virginia è stata assolta, dopo quelli che lei definisce “due anni di fango” e si dice pronta a camminare “a testa alta”. La sindaca non si muove dalla sedia e continua la sua battaglia, anche se non è ancora del tutto chiaro chi o cosa stia combattendo.

Il curioso caso dei romani: si lamentano, ma non votano

Ma questo week end si è chiusa un'altra porta, quella di poter finalmente lasciare Atac alle spalle e poter pretendere un servizio di trasporti che, costretto da una situazione concorrenziale, avrebbe dovuto forzatamente puntare all’efficienza. I quesiti del Referendum di domenica 11 novembre erano due, semplici, chiari: “Volete voi che Roma Capitale (...) favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?” e il secondo “Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico mediante gare pubbliche, anche ad una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa (…)?”.

E così, oggi, il “day after”, ci siamo risvegliati tutti con l’amaro in bocca: non è stato raggiunto il quorum del 33%: ha votato solo il 16,4% degli aventi diritto e di questi il 74 per cento ha votato per mettere fine al monopolio quasi completo di Atac. Ci viene voglia di chiedersi, mentre ci si trova bloccati nel traffico o alla fermata ad aspettare l’autobus, ma ai romani piace davvero Atac o semplicemente il Referendum non è stato comunicato a sufficienza? Siamo davvero, noi romani, quelli che si lamentano e poi non fanno niente per cambiare le cose? Ma soprattutto, Carlo Verdone, dopo la grande promozione che ha fatto per andare a votare, come l’avrà presa?

Per Virginia Raggi si può dire 'dalle stalle alle stelle'

Domande senza risposta che ci accompagnano mentre Virginia Raggi, contenta anche dell’esito di questo referendum, scrive sui social: “#AtacRestaDeiCittadini. I Romani vogliono resti pubblica. Ora impegno e sprint finale per rilanciarla con acquisto 600 nuovi bus, corsie preferenziali, più controlli, riammodernamento metro. Attenzione e rispetto per tutti i votanti”. Quindi, cara sindaca, da ora in poi possiamo aspettarci dei passi in avanti? E perché l’impegno dovrebbe partire solo da adesso?

Solo di una cosa possiamo essere certi. Il prossimo cittadino di Roma Capitale che si lamenta dei ritardi, della metro fuori servizio, dello sciopero, dell’autobus in fiamme, dell’enorme debito da risanare, e di tanto troppo altro, si potrà rispondere: “Caro cittadino, Atac l’hai voluta anche tu”.