Domenica 11 novembre i cittadini di Roma Capitale dovranno esprimere il loro parere sul destino di Atac, l’azienda per la mobilità. Il referendum consultivo è stato promosso dal segretario dei Radicali italiani Riccardo Magi, al fine di "mettere a gara" il servizio dei trasporti della città eterna. Un argomento senz'altro delicato e cruciale per la qualità della vita capitolina. Come spiega il sito “Mobilitiamo Roma”, si è deciso di chiamare la popolazione alle urne perché l'Atac non funziona e, da decenni ormai, è un semplice bacino clientelare utilizzato - dalle amministrazioni sia di destra che di sinistra - per ottenere voti.
Come si svolge il referendum
I seggi - gli stessi utilizzati solitamente per le elezioni - saranno aperti dalle 8 alle 20 di domenica 11 novembre. La votazione è a suffragio universale con voto diretto (segreto e libero). Possono parteciparvi tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali di Roma Capitale ed i cittadini residenti all’estero (A.I.R.E.). Inoltre, hanno diritto di voto tutti coloro che, pur non essendo residenti in città, appartengono ad una delle categorie previste dall’art. 6 dello Statuto e si sono registrati entro il 31 dicembre scorso.
Per votare, sarà sufficiente presentarsi al seggio con un documento di identità in corso di validità e la tessera elettorale. La tessera, però, in quest'occasione non verrà timbrata.
Al seggio, verranno consegnate all'elettore due schede aventi colore diverso. Su ciascuna scheda, come da regolamento, sarà riportato un quesito differente, formulato nella richiesta di referendum. Per esprimere la preferenza di voto sarà sufficiente mettere una croce o sul sì o sul no.
Come anticipato, i quesiti del referendum consultivo sono due.
Il primo è relativo all'affidamento, mediante gare pubbliche, dei servizi di trasporto di linea. Chi vota si, in pratica, sarà favorevole alla messa a bando di gara pubblica del servizio (anche se diviso in più lotti). Il secondo quesito, invece, domanda se si è favorevoli o meno alla nascita di nuovi servizi di trasporto collettivo non di linea a richiesta o con app.
Cosa potrebbe cambiare
Alla chiusura dei seggi, prenderanno il via le operazioni di scrutinio delle schede. Trattandosi di un referendum consultivo e non abrogativo, in base al vecchio statuto di Roma Capitale, per raggiungere il quorum sarà necessario il 33,3%: ciò significa che, affinché il referendum sia valido, si dovranno recare alle urne un terzo degli aventi diritto (nel caso specifico 759 mila cittadini)
Il referendum, come già anticipato, è stato promosso da Radicali e dal Comitato Mobilitiamo Roma. Sono favorevoli Forza Italia ed il Pd, mentre si sono dichiarati contrari il M5S, (dunque anche la sindaca Virginia Raggi), i sindacati, il Comitato Atac Bene Comune e il il Comitato Mejo de no.
Come è noto, Atac Spa è una società del Comune che gestisce il trasporto pubblico a Roma con un affidamento diretto (ossia senza gara pubblica). Con i suoi 11 mila dipendenti è la più grande azienda di trasporto pubblico d’Europa, ma attualmente è in grave difficoltà: il suo parco mezzi è obsoleto e ci sono diversi e gravi problemi finanziari (i debiti ammontano a circa 1,5 miliardi di euro).
Ogni anno il Comune di Roma paga ad Atac 560 milioni di euro e nonostante - dopo l'ammissione al concordato preventivo - sia stata avanzata la proposta di mettere a gara il servizio dal 2019, la sindaca pentastellata ha già rinnovato il contratto fino al 2021.
Se il referendum portasse alla vittoria del sì, il Comune di Roma potrebbe indire una gara d’appalto per il 2021 (partendo da una base d’asta di 560 milioni di euro) e l'Atac potrebbe venire privatizzata. Se vincesse il no, invece, la situazione rimarrebbe invariata. Va comunque ricordato che, vista la natura del referendum, il risultato della consultazione non avrà effetti diretti.