Secondo l'indagine periodica pubblicata dalla società di consulenza Price Waterhouse Coopers (PWC), nel 2018 il mercato italiano dei crediti deteriorati dovrebbe toccare un picco nei volumi raggiungendo un controvalore superiore ai 70 miliardi, per poi stabilizzarsi a partire dal prossimo anno nel quale si stimano operazioni di dismissione per circa 50 miliardi.

Considerate le numerose pressioni a cui sono soggetti gli istituti di credito, tra le pressioni regolamentari verso la riduzione degli stock di crediti deteriorati e sull'aumento degli accantonamenti da un lato e le tensioni sui mercati obbligazionari dovute all'incertezza politica per la manovra del governo dall'altro, la creazione di un meccanismo efficiente per lo smaltimento delle esposizioni deteriorate costituisce un elemento positivo nell'ambito del delicato processo di ristrutturazione del sistema bancario italiano.

La nuova era del mercato NPL

L'ultima edizione del report periodico compilato da PWC si intitola “NPL: Entering a New Era" con un riferimento ai cambiamenti strutturali osservati nel mercato italiano dei crediti deteriorati, non solo in merito ai crescenti volumi scambiati, ma anche riguardo al significativo ampliamento degli operatori del settori, con l'emergere delle nuove Challenger Banks, come Illimity e Guber, il consolidarsi del settore mediante nuove Fusioni e Acquisizioni, e il rilancio di istituzioni di proprietà pubblica come la SGA.

Si tratta di una svolta importate, perché è consente agli istituti di credito di dismettere con perdite limitate gli attivi non essenziali, in qualche caso conseguire plusvalenze sulla cessione di rami di azienda destinati al recupero e affidare, per i segmenti dove è più conveniente, la gestione a società esterne specializzate.

I numeri della trasformazione

Dal picco toccato nel 2015 a 341 miliardi di euro di saldo lordo, i crediti deteriorati sono scesi fino a 222 miliardi registrati nel giugno del 2018. Questo risultato è da imputarsi principalmente alla rilevante attività di dismissione dei NPL che dovrebbe toccare il massimo storico nel corso di quest'anno dove si stima un controvalore superiore ai 70 miliardi di crediti ceduti per poi normalizzarsi gradualmente nei prossimi anni: sono previste transazioni per circa 50 milardi nel 2019.

Tra il 2018 e il 2019, con il raggiungimento di un picco nei volumi dismessi dagli intermediari finanziari e con l'estensione del mercato anche ai deteriorati che non sono ancora in default (esposizioni classificate come Unlikely to Pay) dovrebbe finalmente completarsi la transizione dallo schema tradizionale di gestione passiva dei deteriorati a un nuovo sistema integrato tra gestione interna, esterna e dismissione dei crediti.

Da non sottovalutare anche i risvolti per l'intera economia italiana, se teniamo presente che l'inefficienza del sistema giudiziario costituisce ancora un handicap rilevante per la crescita del nostro paese e che l'attività stragiudiziale promossa dalle dismissioni dei crediti deteriorati contribuisce a velocizzare la liberazione delle risorse finanziarie a beneficio di tutto il sistema.