Un film leggenda o una leggenda in un film? Un prevedibile successo per Bohemian Rhapsody uscito nelle sale italiane il 29 novembre 2018 diventando campione d’incassi e incuriosendo un ampio range di spettatori, inclusi i fan sfegatati dell’iconica band, i Queen.

Nonostante la forte attrattiva, la pellicola potrebbe lasciare interdetti gli amanti più pignoli dell’arte cinematografica, i quali non si limitano a considerare la mera narrazione biografica (la quale non si attiene cronologicamente alla realtà dei fatti) o l’enorme patrimonio musicale del gruppo.

Se provassimo infatti a scorporare la colonna sonora e ci focalizzassimo sui dialoghi e sull’andamento complessivo della pellicola, quest’ultima non reggerebbe il confronto con i grandi cult del Cinema. Non a caso il regista principale Bryan Singer è stato licenziato in corso d’opera sostituito da Dexter Fletcher che ha ultimato le riprese e ha seguito la post-produzione. Riuscireste voi a scrivere il finale di un libro iniziato da qualcun altro?

L’emozione nello spettatore coincide quasi sempre con l’ascolto delle quattro ottave d’estensione del leggendario Freddie Mercury. I dialoghi risultano inconsistenti, anche se il materiale su cui lavorare aveva un potenziale altissimo considerata l’entità del gruppo e le varie tematiche correlate come l’omosessualità e l’AIDS, temi che allora avevano un forte riscontro sociale.

Ammirabile l’interpretazione di Rami Malek, che ha accettato una sfida non indifferente nell’ interpretare il front-man della band e con perseveranza e dedizione si è aggiudicato un Golden Globe ed un premio Oscar 2019 come miglior attore. Le movenze rispecchiano di gran lunga quelle dell’originale, ma la corporatura dell’attore non è poi così massiccia da ricordare quella del cantante. La famosa dentatura sporgente, che non rimane inosservata negli acuti di Freddie, è stata riprodotta nel viso di Rami in maniera eccessiva in relazione al suo viso scarno, risultando quasi caricaturale.

Il carattere del personaggio risulta a tratti spocchioso e irriverente, non valorizzando e pieno la poliedrica personalità nobile e l’estro del cantante vero e proprio, che sì era ben conscio del suo talento, ma più ironico nell’atteggiarsi. Tuttavia il film ha richiamato alle menti e ai cuori un vissuto che ha segnato la storia ed una voce che rimane immortale negli anni.