No-vax ancora nel mirino sociale. Questa volta è Youtube a dire la sua: la stessa azienda ha annunciato - in un comunicato su BuzzFeed News - di bloccare e rimuovere i contenuti comprendenti inserti pubblicitari No-vax; quest'ultimi non sarebbero in linea con la politica della piattaforma video, in quando divulgherebbero materiale "pericoloso e dannoso".

La pulce nell'orecchio

Il problema si è presentato quando alcuni inserzionisti hanno ritirato la propria collaborazione con la piattaforma, dato che la diffusione dei loro prodotti veniva accompagnata ad inserzioni No-vax; sono al momento sette gli inserzionisti che hanno minacciato di togliere le loro pubblicità.

Tra queste troviamo Vitacost, il quale ha rinunciato alla collaborazione con YouTube da martedì scorso; in effetti, la nota più dolente starebbe nell'aver constatato che le pubblicità associate al No-vax erano tutt'altro che di quella scuola: parliamo di aziende che producono vitamine (come la Vitacost, per l'appunto), legate alla "buona medicina" e che si sono ritrovate accostate al loro opposto. Secondo quanto comunicato su Buzzfeed News, alcuni account riguardanti la "medicina alternativa" sarebbero già stati demonizzati (come LarryCook333, Vaxxedtv, iHealthTube); ciò che è stato constatato è inoltre l'affluenza esagerata di abbonati e "spasimanti" del No-vax, i quali contavano almeno 470 mila iscritti.

Diffusione a macchia d'olio

La divulgazione del No-vax non riguarda solo la piattaforma video, ma anche la sua attività esterna alla normale amministrazione: infatti Youtube era già nota per l'aggiunta di link anti-vaccinazione su Wikipedia; le suddette informazione apparivano su video No-vax, alimentando notevolmente le incertezze degli utenti.

La medicina internazionale si è dunque ritrovata a dover far fronte non solo alla pubblicazione video, ma anche a chi si faceva forte delle proprie "conoscenze" tratte da WIkipedia; un fenomeno sociale che ormai merita attenzione, in quanto coinvolge non solo i suoi rappresentanti ma anche - e soprattutto - chi ne coglie involontariamente i "frutti": parliamo ovviamente dei bambini, considerando quanto accade attualmente nelle scuole.

Un doveroso accento lo riserviamo alla regione Lazio, che si fa spazio con una proposta di legge riguardante l'esclusione dalle lezioni (fino ai 14 anni) per tutti gli alunni No-vax.

No-vax come 'regressione'

Le politiche di YouTube sono magicamente cambiate: d'ora in poi ogni link anti-vaccinazione rimanderà direttamente ad una pagina Wikipedia, dove il movimento No-vax viene descritto come "una delle dieci più grandi minacce alla Salute del 2019" - a detta dell’Organizzazione mondiale della sanità. Quanto sta accadendo ha assunto proporzioni piuttosto inquietanti: personalmente, come garante dell'informazione, lungi da me assumere questioni che meriterebbero una più ampia analisi; al contempo, in virtù della professione, difficilmente mi sento di evidenziare quanto accade come "forma di pensiero" o "opinione", o in tutti i modi che possano essere ritenuti idonei al "far parlare di sé".

Siamo tutti consci di quanto sia semplice (soprattutto all'interno di un social) trovare commenti o modalità di protesta oggetto di forti discussioni, sia che si possa trattare di un argomento che merita visibilità, sia che si possa ritenere un semplice espediente pubblicitario. In questo caso, perlomeno per quanto si evince nel nostro Paese, il fenomeno ha raggiunto uno status pericoloso per la comunità e tutt'altro che una flebile voce nell'aria; e se una piattaforma internazionale come Youtube ha dovuto prendere misure precauzionali simili, non può che essere evidente la gravità del contesto.