L'attaccante esterno della Roma Stephan El Shaarawy, dopo alcune stagioni discrete ma non esaltanti è tornato a vivere un'annata da protagonista.
A due giornate dalla fine del campionato, se la Roma può ancora sperare di raggiungere la qualificazione in Champions League una parte del merito va anche al "faraone" italo-egiziano, autore di ottime prestazioni confortate anche dai numeri: 11 goal e 5 assist in 26 presenze stagionali, quasi un goal ogni due partite. A 26 anni è normale chiedersi se El Shaarawy abbia finalmente raggiunto la maturità calcistica o se si tratti un nuovo exploit estemporaneo.
Il suo ruolo da titolare
Nei forum sul web e nei social network qualche tifoso della Roma ha notato come i buoni periodi del calciatore savonese in maglia giallorossa siano spesso coincisi con i momenti nei quali la società discuteva del suo futuro (il riscatto dal Milan o il rinnovo del contratto).
A ben vedere, però, un'altra costante è emersa negli anni in relazione alle buone annate del "faraone", ovvero la certezza di giocare. Quando la sua "titolarità" non è stata messa in discussione il ragazzo ha sempre convinto sul campo, trovando spesso la rete e mantenendo un ottimo rapporto tra marcature e partite giocate. Delle sette stagioni disputate in serie A come potenziale titolare (quindi a partire dall'annata 2012/13, quella della sua esplosione al Milan), ha dimostrato di sapersi tenere su alti livelli in tre di queste: l'anno della sua esplosione appunto, i primi sei mesi di prestito alla Roma (8 goal in 16 presenze) e infine quest'anno.
Le rimanenti stagioni, invece, sono state caratterizzate dagli infortuni e da una maggiore concorrenza interna alla squadra.
Avvertire la fiducia
L'impressione dunque è che il rendimento di El Shaarawy ruoti attorno al senso di fiducia che egli avverte dall'allenatore, dai compagni e forse anche dai media in generale; quello caratteriale, quindi, pare essere il suo principale limite.
Questo aspetto però va considerato anche in relazione ai suoi complessi trascorsi nei primi anni di carriera al Milan: passato in breve tempo da trascinatore a oggetto misterioso (a causa dei numerosi infortuni), si ha l'impressione che il "faraone" abbia sofferto pesantemente l'idea stessa di dover tornare a dimostrare il proprio valore.
Delle tre stagioni positive precedentemente ricordate, solo durante la prima (2012/13, quella dell'esplosione al Milan), il suo nome rimbombava tra le pagine dei giornali e le voci dei commentatori sportivi. Mentre anche quest'anno le lodi riservategli sembrano ancora tradire una prudenza non sempre riscontrata nei confronti di altri atleti con carriere discontinue come e forse più di quella di El Shaarawy.
Dopo gli ultimi anni passati a contendersi il posto con Perotti, quest'anno le peripezie fisiche dell'argentino hanno permesso al "faraone" di ritrovare quella continuità di cui aveva bisogno. In queste settimane ci si aspetta il suo rinnovo contrattuale, la volontà pare sia quella di restare a Roma e dimostrare definitivamente che il salto di qualità è realmente avvenuto.