Si è svolta ieri, 26 febbraio 2018, presso il Palazzo Jung, in via Lincoln, a Palermo, l'estemporanea di pittura a due voci cromatiche intitolata "Conversation - Dialogo tra note e colore" che ha coinvolto il pittore e poeta Pietro Mistretta e l'artista Ambra Pavesi che, per l'occasione, sono stati accompagnati dal suono magico e trascinante del Hang Drum (uno strumento a percussione nato in Svizzera dalla particolare forma "a disco volante" e dal suono che ricorda i gong tibetani), suonato dal percussionista e polistrumentista Vincenzo Verderosa.
Ad introdurre e curare l'evento, la scenografa e allestitrice Daniela Sasso Baker.
Il linguaggio delle emozioni
Si è svolta in un clima di avvolgente e trascinante magia l'estemporanea di pittura che ha coinvolto due artisti di astrazione e tecnica molto diverse tra loro: da una parte la sanguigna e immediata pittura a "mani nude" di Pietro Mistretta e, dall'altra, l'accurata ed elegante pittura figurativa di Ambra Pavesi. Trascinati dalle note eseguite dal maestro Vincenzo Verderosa alla tastiera e all'Hang Drum, hanno realizzato due opere in acrilico su tela.
"È la prima volta che eseguo un'opera in estemporanea - rivela Ambra Pavesi - è mi sono emozionata moltossimo". Pietro Mistretta, la cui espressività artistica è legata alla manualità e al profondo rapporto tra l'uomo e gli elementi, ha rivelato: "Ho pianto per l'emozione che ho provato, ma non volevo che mia madre, seduta tra il pubblico, mi vedesse piangere".
Il maestro Vincenzo Verderosa, infermiere, percussionista e polistrumentista, ci spiega l'uso e l'unicità del Hang Drum: "Ho scoperto questo strumento grazie alla mia passione per gli strumenti a percussione. È stato molto difficile poterlo acquistare - prosegue il musicista - perché poco diffuso nel mondo e ne sono felice perché è uno strumento capace di trasmettere forti emozioni sia a chi lo ascolta, ma soprattutto a chi lo suona".
"È molto complesso da suonare - aggiunge Verderosa - perché se non si usa la giusta tecnica, non lo si riesce a far vibrare e, quindi, a produrre il suono. È, inoltre, uno strumento che utilizzo per fare musicoterapia nel reparto in cui lavoro come infermiere per trattare malati di SLA (Spina Laterale Amiotrofica), Morbo di Parkinson e altre patologie. Le vibrazioni prodotte dallo strumento - conclude Verderosa - non sono curative, ma donano un momento di benessere e sollievo che contribuiscono a migliorare la qualità della vita dei pazienti."