Decine di migliaia di persone si sono ritrovate nel pomeriggio di sabato a Madrid per protestare contro la volontà del governo conservatore spagnolo di abolire la legge che stabilisce il diritto all'aborto.

L'attuale legge che regola l'aborto è stata approvata dal Parlamento spagnolo nel 2010, durante il secondo governo Zapatero, e sancisce il diritto della donna di abortire senza dover dare alcuna giustificazione durante le prime 14 settimane di gestazione ed in caso di malformazione del feto durante le prime 22 settimane. La nuova proposta di legge continuerà a garantire solamente il diritto all'interruzione della gravidanza in caso di malformazione del feto, di violenze sessuali e nel caso in cui il parto o la gestazione possano mettere in serio pericolo la salute della donna.

La manifestazione è stata indetta da varie associazioni spagnole che si battono in difesa dei diritti delle donne e prende il nome di "Un treno per la libertà". Il treno per la libertà è partito nella giornata di venerdì da Gijon, cittadina a Nord della Spagna dove ha sede una delle principali associazioni organizzatrici della manifestazione, e prima di arrivare nella mattinata di sabato a Madrid, ha fatto tappa a Valladolid, citttadina dove si stava tenendo una Convention del Partito popolare spagnolo, partito del primo ministro Mariano Rajoy.

Per i manifestanti c'è il rischio di un tragico ritorno all'epoca della dittatura franchista, quando le donne che volevano abortire erano costrette a partire per i Paesi Bassi o l'Inghilterra.

Le associazioni spagnole che hanno organizzato la manifestazione di sabato hanno ricevuto la solidarietà di molte associazioni femministe di tutta Europa che hanno indetto piccoli presidi di protesta davanti le sedi dei consolati e delle ambasciate spagnole. Le manifestazioni più significative sono state quelle di Londra, Parigi, Bruxelles ed Amsterdam ma anche in Italia vi sono state diverse manifestazioni, quelle con più ampia partecipazione si sono tenute a Roma, Milano, Bologna e Torino.