"Se ne è andato Giorgio. Quello sbagliato #faletti". Firmato Debora Billi che avrebbe preferito la morte di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica Italiana a quella, purtroppo reale e dolorosa, di Giorgio Faletti, venuto a mancare nella giornata di venerdì 4 luglio a causa di un tumore. Debora Billi è un nome che alla stragrande maggioranza degli internauti non dice nulla. Ed invece occupa un ruolo che, per quanto di parte nel Movimento Cinque Stelle di Grillo, è comunque un compito istituzionale, perché è la responsabile web del partito a Montecitorio.

La donna ha usato Twitter nella serata di venerdì per dare vita a questa battuta, evidentemente poco riuscita risultando, nei contenuti, disgustosa. Un tweet nel quale non è indicato il nome del Presidente della Repubblica, ma è facilmente intuibile che è proprio Napolitano ad essere preso di mira. In realtà il tweet si è trasformato subito in un boomerang raccogliendo i commenti infuriati della maggior parte dei lettori, disgustati da tale comportamento.

E se vogliamo dirla tutta le scuse non sono arrivate subito ed anzi, il tweet è ancora lì, visibile a tutti. Tre ore dopo il messaggio incriminato la Billi scriveva: "Così imparo a rubare le battute", prima di fare del vittimismo "Madre miserabile" "bestia" schifosa"… Ahem si, sono io la maleducata.

Ed infine stamattina le scuse: "Le battute infelici scappano, speriamo stavolta siano scappate per sempre. Desidero scusarmi personalmente con il Presidente Napolitano per l'accaduto, augurandogli naturalmente una vita lunga e serena, e con il #M5S a cui ho creato imbarazzo. Non accadrà più".

Troppo tardive le scuse ed anche la mancata cancellazione del tweet incriminato per non creare lo scompiglio online: in molti vogliono la testa della Billi, o almeno le sue dimissioni, ed anzi si meravigliano di come sia riuscita ad occupare un posto così importante nella comunicazione dei Cinquestelle.

In tanti ne fanno una questione politica, di partito, per attaccare "il nuovo che avanza". Ma c'è anche chi, pur indignandosi per il tweet, ritiene le scuse ancora più gravi e di una sottile ironia del tutto vergognosi. Non è, evidentemente, la stessa ironia cui ci aveva abituati Faletti.