L'incontro tra il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle per confrontarsi sulle riforme è saltato. Dopo le parole di apertura di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati, secondo cui il confronto ci sarebbe stato, è intervenuto duramente Beppe Grillo per dire la sua sui motivi che hanno portato al naufragio del vertice. Sul suo blog, il leader di M5S ha aperto con un perentorio "No agli sbruffoni della democrazia", etichettando come "ebetone" Matteo Renzi e avvisando che l'Italia sta andando verso una dittatura camuffata dalle leggi.

Raggiunto dalla web tv "La Cosa", il comico genovese ha espresso solidarietà a Di Maio e a tutti gli altri grillini che si sono prestati al tentativo di dialogo col Pd fallito, secondo il fondatore del Movimento Cinque Stelle, perché i componenti del Partito Democratico sono "vigliacchi" che non hanno il coraggio di dire apertamente che rifiutano qualsiasi dialogo con M5S. In merito al documento scritto richiesto dal Premier Renzi sugli aspetti delle riforme per i quali il Governo avrebbe ottenuto i voti favorevoli del partito di Grillo, quest'ultimo ha risposto chiedendosi a chi e a quale titolo avrebbero dovuto consegnare questo documento.

Il comico lancia il suo ultimo affondo, anticipando che il Movimento Cinque Stelle da ora farà un'opposizione ancora più dura e intransigente nei confronti di coloro che, quando parlano di nuove leggi: "fanno i loro cambiamenti e le riforme con dei pregiudicati".

Non si è fatta attendere la reazione del Premier Matteo Renzi agli attacchi di Beppe Grillo. Il Presidente del Consiglio, tramite il suo profilo Twitter, ha provocatoriamente chiesto se i deputati del Movimento Cinque Stelle conoscano gli otto punti su cui sosterranno il Governo e ribadendo che un documento scritto è necessario per capire: "se nel M5S prevale chi vuole costruire o soltanto chi urla".