È ancora presto per cominciare a trarre le prime conclusioni sull'efficacia dello svuota carceri e dei provvedimenti adottati dal Governo Renzi per riformare la giustizia, ma nonostante questo il dibattito pubblico e politico non sembra smorzarsi. La linea del Governo a difesa delle novità introdotte è quella di difendere ad oltranza il lavoro svolto, che viene interpretato come un grande salto di qualità rispetto al problema strisciante che in precedenza veniva affrontato semplicemente con provvedimenti "tampone", senza cioè soluzioni di lungo periodo.

D'altra parte, in molti carceri la situazione è diventata insostenibile, tanto che i detenuti continuano a invocare un provvedimento più ampio di amnistia e indulto. Il problema è serio perché spesso mancano le condizioni minime di civiltà e di rispetto dei diritti umani, mentre il personale di servizio si trova a lavorare con moltissime pressioni e difficoltà.

Il Ministro Andrea Orlando risponde alle critiche dell'opposizione

Negli scorsi giorni il Guardasigilli ha disertato l'appuntamento in Parlamento (fissato per il 7 agosto 2014), preferendo concentrarsi su colloqui ristretti o individuali con le parti politiche. La scelta potrebbe dipendere dalla volontà dell'esecutivo di evitare ulteriori polemiche e di abbassare i toni sulla vicenda.

A confermare la possibilità di questa linea vi è il fatto che lo stesso Ministro ha scelto di smorzare i toni subito dopo l'approvazione del provvedimento in aula: "non si può ritenere risolto il problema del sistema penitenziario, ma abbiamo superato la febbre. Ora ci sono le condizioni per un intervento organico".

Il movimento 5 stelle parla di indulto mascherato

D'altra parte, tra le parti politiche dell'opposizione vi è forte malcontento.

Il movimento 5 stelle, per tramite del blog di Beppe Grillo, non ha esitato a parlare di un indulto mascherato che non sarà in grado di risolvere in alcun modo il problema del sovraffollamento.

In un comunicato di inizio agosto, i Parlamentari 5S (fonte Beppegrillo.it) hanno commentato duramente la vicenda: "la violazione dei diritti umani in carcere è una realtà innegabile, ma ci domandiamo: perché i politici non pagano mai per i propri errori?

Avremmo potuto votare a favore di questo decreto, se a pagare per le mancanze della politica fossero stati i diretti responsabili e non gli italiani".

Il riferimento è al mancato seguito del piano annunciato dal Governo del 2009, quando era stato previsto un piano per ampliare di 14.000 unità i posti utili ad accogliere i detenuti nelle carceri italiane. Da allora, nulla di simile è stato più realizzato.