Matteo Renzi incontra difficoltà all'interno del partito del quale è Segretario, il Pd; l'ala definita estrema, quella del vecchio Pci, incomincia a manifestare i primi attriti in materia di riforme, con quella del lavoro divenuta una vera e propria polveriera. Il premier nonostante queste manifestazioni di dissenso, si dice ottimista e pronto a continuare la sua politica riformista, senza voltarsi indietro, collaborando, e questo è il tasto dolente che fa infuriare i dissidenti Pd, con Forza Italia e più precisamente con il suo leader, l'odiato Silvio Berlusconi.

I dissidenti accusano Renzi di essere, per così dire, 'il figlioccio' di Berlusconi, di mettere in campo una politica di destra, con provvedimenti, come quello relativo all'abolizione dell'articolo 18, tipici di una politica che niente ha a che fare con la sinistra; sullo stesso piano il sindacato con la Cgil in testa. Il Segretario Susanna Camusso ha attaccato pubblicamente il premier e l'azione del suo governo, affermando che il sindacato su questo campo non intende fare nessun passo indietro ed è pronto ad una lotta serrata e senza esclusione di colpi, minacciando una manifestazione di piazza senza precedenti.

Insomma un altro nodo da sciogliere per Renzi ed i suoi collaboratori; questa "guerra fredda", denuncia l'ala estrema del partito, è il risultato di una politica non di sinistra, tanto che la Cgil, baluardo della sinistra, non ha mai minacciato scioperi o manifestazioni con governi "amici".

I dissidenti, capitanati da Bersani, Bindi, D'Alema si riuniranno a breve per un summit e per capire la linea da adottare all'interno del partito, si vocifera anche di una possibile e clamorosa scissione del Pd, anche se questa ipotesi al momento sembrerebbe remota, visto che distruggere il grande risultato storico, ottenuto alle ultime europee, sarebbe un suicidio, favorendo la ripresa dei partiti di Grillo e Berlusconi.

Staremo a vedere, perchè entrambe le fazioni, da una parte quella filo governativa di Renzi e dall'altra quella dissidente del vecchio Pci e della Cgil, sono determinate a mantenere la propria posizione in maniera rigida.