Il presidente José "Pepe" Mujica - ex guerrigliero del Movimiento de liberación nacional / Tupamaros e figura iconica della sinistra latinoamericana - non si è ricandidato alla guida dell'Uruguay, e domenica 30 novembre si conoscerà il nome del successore. Avrà luogo, infatti, il secondo turno delle Elezioni presidenziali, che vedrà lo scontro tra l'ex presidente Tabaré Vázquez del Frente amplio - il rappresentante delle sinistre - e Luis Lacalle Pou. Quest'ultimo - rappresentante del Partido nacional di centro-destra - è figlio dell'ex capo dello stato, Luis Alberto Lacalle, in carica tra il 1990 e il 1995.
Il primo turno del 26 ottobre ha sancito la vittoria di Vázquez, che si è imposto sull'avversario col 47,8 per cento dei suffragi. Lacalle Pou si è fermato a un modesto 30,8, che comunque gli ha consentito di raggiungere il ballottaggio.
Che cosa dicono i sondaggi
Secondo gli ultimi sondaggi - analogamente a quanto successo in Brasile - l'esponente delle sinistre dovrebbe vincere, e superare il candidato moderato di quattordici o quindici punti. A giudizio dell'istituto di ricerca Equipos consultores, l'ex leader della Nazione dovrebbe raggiungere quota 54,5 per cento, contro il quaranta del politico di centrodestra, Lacalle Pou. Cifra - altro importante istituto demoscopico - pubblica dati simili: Vázquez prevarrebbe sul rampante contendente per 54,8 a 40,4.
In entrambi i casi, va rilevato, le percentuali tengono conto anche dei voti bianchi e nulli.
La strategia di Vázquez
Tuttavia il candidato favorito non fa che ripetere che sarebbe un errore pensare di aver già vinto, e continua a percorrere in lungo e largo il Paese: offre ai presenti piccoli esemplari di ceiba - l'albero "nazionale" - che a suo dire rappresenta l'impegno con i cittadini.
Il probabile vincitore - di professione medico oncologo - rimarca come l'intero periodo, in cui la sinistra - cioè il Frente amplio che la rappresenta - ha guidato il Paese, sia «stato un decennio guadagnato, in cui si è registrata una crescita media annua del cinque per cento». Col consueto tono misurato, e cercando di evitare polemiche, Vázquez ha assicurato un'attenzione speciale all'educazione, alle infrastrutture e alla sicurezza.
Alla luce degli eventi, va riconosciuto che è stata una scelta azzeccata quella di evitare confronti diretti con l'avversario - sul presupposto di rivolgersi direttamente agli elettori - e di rifuggire ogni sovraesposizione mediatica.
La delusione delle destre
Sul fronte opposto regnano invece pessimismo e delusione, per via dei risultati del primo turno, ampiamente sotto le attese della vigilia. Gli slogan e gli spot di Lacalle Pou declamano che «è difficile ma non impossibile» e che «l'amore per quello in cui crediamo è molto più forte della matematica». Tuttavia al candidato moderato, con ogni probabilità, non basterà neppure l'appoggio formale di Pedro Bordaberry, rappresentante del conservatore Partido colorado.
Questi, al primo turno, ha ottenuto il 12,8 per cento dei consensi, che nelle sue intenzioni dovrebbero trasferirsi in blocco a sostegno del 41enne Lacalle Pou. Il vero e proprio obiettivo di quest'ultimo - secondo i rumors - è quindi quello di raggiungere almeno la fatidica quota del quarantacinque per cento dei voti: in modo cioè da superare la percentuale del 43,5, quella con cui il padre fu sconfitto da Mujica nel 2009. Frattanto la popolarità di quest'ultimo non ha più limiti, e secondo la stampa sarebbe schizzata al sessantacinque per cento.