Alexis Tsipras vince le elezioni in Grecia. Un risultato atteso da tempo, lo dicevano i sondaggi, lo diceva lui, e lo dicevano i greci. Syriza ha ottenuto 149 seggi, due in meno della maggioranza assoluta. È una vittoria netta, schiacciante, che non ammette repliche. Il leader del partito della sinistra radicale ha già un governo: da poco, infatti, si è saputo che è stata creata un’alleanza con il partito dei greci indipendenti. Nella mattinata immediatamente successiva alla notte dei festeggiamenti c’è stato il faccia a faccia con Panos Kammenos, leader del partito. Entrambi sono legati dall’opposizione totale al memorandum tra Troika e il precedente governo. Vediamo adesso qual è il programma politico del nuovo leader greco.

Innanzitutto Alexis Tsipras chiederà la ristrutturazione del debito, che oggi ammonta a 340 miliardi di euro, ovvero il 177% del prodotto interno lordo ( PIL). Ma ciò che è importante sottolineare è che Tsipras non solo chiede il condono di almeno la metà del debito, ma non è più disposto ad accettare le politiche di austerità imposte dalla Banca Centrale Europea (BCE). Nel pratico questo si traduce nello stop ai tagli alla spesa pubblica o l’introduzione di nuove tasse. Niente più liberalizzazioni o privatizzazioni. Verrà reintrodotto il salario minimo e numerose saranno le manovre di welfare. A cominciare dalle pensioni, gli stipendi pubblici che saranno alzati, aumenteranno gli aiuti alle famiglie più povere, e un occhio di riguardo sarà dato alla sanità. Il programma di Syriza, di fatto, sarebbe incompatibile con l’Eurozona. Nei punti precedentemente elencati è facile comprendere il motivo di un così ampio successo elettorale, ben il 36,34%. Ma il problema che si pone non è da sottovalutare: senza un accordo con la Troika, la Grecia rimarrebbe a corto di liquidità in poche settimane. Oltre allo Stato, anche le banche rischiano il collasso per via del ritiro massiccio di risparmi di queste ultime settimane. In poche settimane, quindi, Atene rimarrebbe a secco di liquidi per pagare stipendi pubblici. Uno scenario da incubo con Atene che uscirebbe dall’Euro e costretta a dichiarare il default. Per questo motivo molti capi dei paesi dell’Eurozona si erano detti preoccupati di una possibile vittoria del leader della sinistra radicale. Adesso che il nuovo governo si sta ormai insediando ci sarà da capire cosa succederà e se sarà possibile un accordo con la Troika. La Grecia festeggia i risultati elettorali.

Al secondo posto è arrivata Nea Dimokratia del premier uscente Antonis Samaras col 27,81% e 76 seggi. Alba Dorata, il partito filo-nazista,  è il terzo partito del paese con una percentuale del 6,28% e 17 seggi. Oggi pomeriggio Tsipras incontrerà ilpresidente della Repubblica Karolos Papoulias che gli conferirà l’incarico e già martedì ci potrà essere il giuramento. Sembra comunque aprirsi una pagina di storia nuova per i greci, i quali hanno sofferto più di altri paesi europei la crisi. È auspicabile che si possa trovare un accordo senza arrivare al default o all’uscita dall’Euro: sarebbe una notizia drammatica, non soltanto per i diretti interessati, ma per tutto il vecchio Continente, Italia compresa.