Luxuria contro Adinolfi: a La vita in diretta hanno scelto di ospitare due personaggi sufficientemente a loro agio nel palcoscenico televisivo e fortemente antitetici nelle loro posizioni per discutere di unioni civili, a partire dal risultato del referendum in Irlanda sui matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Vladimir Luxuria, personaggio pubblico, parlamentare durante la XV legislatura, da sempre impegnata per il riconoscimento delle unioni omosessuali da una parte; dall'altra Mario Adinolfi, blogger, giornalista politico ma anche giocatore di poker, direttore di un giornale quotidiano che ha avuto vita breve in edicola, La Croce, nato dopo la pubblicazione di un libro dal titolo "Voglio la mamma", tutto dedicato a temi come il matrimonio omosessuale, l'eutanasia, l'aborto, l'utero in affitto.
I temi "laicisti" che un cattolico tradizionale vuole discutere, criticare e combattere.
Il dibattito tra i due, offerto nella trasmissione pomeridiana di Rai 1 condotta da Marco Liorni e Cristina Parodi, ha sicuramente mostrato con chiarezza al pubblico delle famiglie le due posizioni contrapposte. Da una parte Luxuria, che ha auspicato "un mondo con maggiori aperture anche da parte della Chiesa cattolica", dall'altra Adinolfi, che ha ribadito come non ritenga possibile comparare "il matrimonio con qualsiasi unione di ordine civile". Luxuria lo ha criticato perché "incoerente", "selettivamente miope", in quanto divorziato.
Ma che Adinolfi sia un divorziato in verità lo dice lui stesso, visto che si definisce "l'ultimo dei peccatori", uno che però proprio per le sue convinzioni "non aspetta certo" dal prossimo Sinodo delle famiglie annunciato da Papa Francesco "un'amnistia per le proprie colpe". Un paradosso: Papa Bergoglio alla fine è invocato più dalla transgender Luxuria che dal cattolico Adinolfi.
Al di là delle decisioni che prenderanno le gerarchie cattoliche sul tema, però, in Italia resta aperto il dibattito sulla opportunità di regolare per legge una materia di cui si discute da almeno trent'anni e che da alcuni lustri giace in Parlamento. Proprio Luxuria, che all'anagrafe si chiama Wladimiro Guadagno, era da parlamentare nel 2006 tra i cofirmatari di una proposta di legge per l'istituzione del "Patto civile di solidarietà", i cosiddetti Pacs, che si volevano copiare nel nostro Paese dal modello francese durante il governo Prodi.
Oggi i sondaggi e le rilevazioni online (l'ultima l'ha fatta il sito de La Stampa proprio in questi giorni) mostrano con nettezza che la maggioranza del Paese sarebbe favorevole alla necessità di dare maggiore tutela giuridica alle coppie di fatto indipendentemente dal sesso dei partner.
Secondo Eurispes - però - la maggioranza degli italiani non sarebbe ancora favorevole ad un vero e proprio matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Ma non è di matrimoni omosessuali che si sta parlando in Parlamento. Dopo le elezioni regionali, ha assicurato il presidente del Consiglio Renzi, si riprenderà a discutere di una legge sulla materia. Per ora, proposta dalla senatrice del Pd Cirinnà e frutto di un lungo lavoro parlamentare, è stata approvata solo in Commissione giustizia del Senato. Dovrà andare in Aula, dove però sono già stati presentati oltre 4000 emendamenti, promossi sia da quelli che di unioni civili non vogliono sentir parlare che da quelli che la considerano troppo poco avanzata rispetto agli altri Paesi europei.
Di nuovo c'è che Silvio Berlusconi ha aperto sul tema, parlando in tv alla trasmissione di Fazio. Fu proprio Luxuria, in un memorabile incontro con l'ex Cavaliere e la sua compagna Francesca Pascale, a preannunciare la svolta. Dunque stavolta una legge potrebbe vedere la luce. Ma certamente ci sarà tempo per molti altri confronti televisivi; e comunque l'Italia arriverà buona ultima in Europa.