2 giugno 1946. L'Italia era da poco uscita da una devastante guerra e proprio questa data ha un'importanza maggiore rispetto a tante altre. Quel 2 giugno, a livello nazionale, si tenne un referendum attraverso il quale il popolo italiano è stato chiamato a scegliere una tra le due forme di governo, la monarchia o la repubblica. Dopo ottantacinque anni di Regno, l'Italia è diventata una Repubblica e i Savoia furono esiliati.

Le generazioni italiane e non solo, vissute durante la Seconda Guerra Mondiale, si sono portate nelle loro menti un bagaglio di ricordi fatti di momenti di terrore e grazie ai loro racconti noi, nuova generazione del 2000, possiamo solo immaginare cosa hanno passato durante quegli anni oscuri.

Per questo molte città italiane, tra cui Messina - definita la ''Città dello Stretto'', hanno aderito ad una campagna il cui unico scopo è quello di abolire la guerra come forma di difesa.

'Un'altra difesa è possibile' è il nome della campagna, dedicata alla Festa della Repubblica, lanciata a livello nazionale un anno fa. L'obietto è quello di raggiungere la meta di cinquantamila firme per portare in Parlamento un decreto che abolisca la guerra come difesa e che istituisca una difesa civile. Il Comitato messinese è riuscito a raccogliere 628 firme divise tra il Comune e la provincia di Messina.

Sono tantissime le associazioni che hanno aderito a questa campagna e tra queste ci sono molte librerie cittadine che hanno fatto da supporto ai sostenitori della pace.

Già dal 2 ottobre 2014 la campagna 'Un'altra difesa è possibile' è riuscita a coinvolgere l'intera nazione.

Massimo Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento e della campagna, ha spiegato nel giornale online messinese Tempostretto, che l'obiettivo di tale manifestazione è quello di dare al singolo cittadino uno strumento attraverso il quale si possa realizzare uno Stato civile.

La difesa della Costituzione e dei diritti sono i principi fondamentali di questa campagna e con essa si vuole dare un nuovo significato ai concetti di difesa e sicurezza dando centralità al 'ripudio della guerra' (articolo 11 della Costituzione italiana) e non solo, infatti il 2 giugno si potrebbe rinominare anche come la Festa della Difesa che, speriamo, nascerà da una legge decisa dal popolo fondata sul lavoro e sulla convivenza civile.