Al passaggio di pochi giorni dal divorzio con il Pd, l’ex senatore Corradino Mineo raggiunge Renzi non con strali ma con allusioni. Forse una dura risposta al vetriolo dopo che Renzi, durante la presentazione del libro di Vespa, ha rievocato l’infelice uscita dell’ex giornalista che lo aveva paragonato ad un bambino autistico. Il premier-segretario gli ha rimproverato con l’occasione di non aver fatto recusatio del suo ruolo di senatore a suo tempo.
E oggi Mineo parla, ancora poco.
Renzi succube di una donna
Il lacerto delle accuse è stato recapitato a Matteo Renzi via social. Si scopre un premier con gli scheletri nell’armadio, che fa tanto lo spavaldo, ma inceppa laddove non si tratta del ‘terreno che meglio conosce, quello della politica contingente’. Fa riferimento ad alcune conversazioni private, ma si esprime in maniera obliqua: ‘Renzi sa che io so’. Una frase sibillina che sembra un oracolo avverabile. Con una preterizione afferma :’Io so ma non rivelo i dettagli’ ma poi si sbottona un poco con suo commentatore social: ‘Non sono io il fedifrago’.
Dunque l’ombra di una donna. Ma non interessa se si tratti del comune adulterio; Mineo dice del suo ex segretario che è subalterno ad una donna, soggiogato dalla malia di detta signora. Sembra voler riaddossarsi le vesti di giornalista e parlare, sciorinare fuori tutto. Ammette però che non può farlo, perché le informazioni di cui è in possesso le ha ottenute per via privata. La sua vuole essere solo un 'moneo' a Renzi che ‘infanga per non essere infangato’. Ma il pizzino più velenoso è che la donna in questione è la burattinaia che regge dal fondo le sorti del governo: ‘la donna bella e decisa’ potrebbe ‘rimettere in questione il suo stesso ruolo nel governo’. Si sono sentite tirate in ballo le amazzoni del Pd e c’è già chi dice che dietro il diafano profilo della donna avvolgente ci sarebbe la fedelissima Anna Ascani.
Per ora vige il 'taceo'.
Mineo si difende
Renzi si è riservato lo spazio pubblico, senza tweet, per rispondere all’accusatio di Mineo al momento della sua uscita dal gruppo dei senatori della maggioranza, tirando in ballo la trita storia dell’offesa a suo indirizzo, quella di essere come un autistico. Mineo aveva chiesto scusa e annunciato dimissioni mai presentate. Per l’occasione si espose direttamente con il premier con un sms privato. Ma a chi lo accusa di non aver rinunciato alla poltrona, risponde che bene lo avrebbe fatto, solo che è stato tirato per la cravatta da Gianni Cuperlo, il suo dio della folgorazione che gli aveva rivelato che ‘la politica è anche questo, scorrettezza cialtrona’.