Secondo gli ultimi Sondaggi politici elettorali sulle intenzioni di voto degli italiani, il 2016 si apre con un nuovo boom per il centrodestra composto dalla coalizione formata da Lega Nord, Fratelli d'Italia e Forza Italia. L'analisi più recente divulgata nella prima puntata di gennaio 2016 del programma tv Porta a Porta, mette a confronto due istituti: IPR e TECNÈ. Da quanto emerge, nonostante la diminuzione del consenso per Forza Italia, il centrodestra continua a crescere grazie a Fratelli d'Italia, in aumento dello 0,5%, e naturalmente grazie alla Lega Nord di Matteo Salvini che negli ultimi mesi ha avuto una crescita di consenso indescrivibile.

Tale successo sta però attirando dei "pezzi" non molto desiderati di altri partiti. C'è addirittura chi pensa ad un ritorno di Alfano da Berlusconi, naturalmente con la coda tra le gambe. Ma molti sono anche i componenti che si "staccano" dal Movimento 5 Stelle, dei quali alcuni stanno bussando alla porta della Meloni e del suo nuovo Terra Nostra. Il Pd è quindi in seria difficoltà, anche per quanto riguarda la fiducia nel Premier, che vede addirittura un sorpasso di Di Maio (M5S) nei confronti di Matteo Renzi (Pd).

I dati disaggregati

La vera novità questa volta è il forte consenso che sta accumulando il partito di Giorgia Meloni.

Fratelli d'Italia è infatti passato in pochissime settimane da 4,5 punti percentuale al 5% netto, confermato da entrambi gli istituti. Come già accennato, Forza Italia sta invece subendo un calo: secondo IPR la diminuzione è perfino del 2% mentre per TECNÈ il calo è solo dello 0,5%. Una diminuzione che però non sembra avere effetto sul candidato di FI alle amministrative di Milano, dove secondo i sondaggi Sallusti sembra ottenere oltre il 40% dei consensi. Il Pd continua a peggiorare, almeno secondo IPR: il partito di Renzi cala di un altro punto percentuale e Berlusconi annuncia che ormai al governo esiste una maggioranza illegale. Secondo TECNÈ Sel diminuisce dello 0,5% e si ferma al 3% e anche l'NCD diminuisce di un altro 0,5%. Infine, nonostante gli ultimi licenziamenti, per entrambi gli istituti il M5S sale di un altro 0,5%, come anche la Lega Nord che non accenna a rallentare.