Negli ultimi 15 anni, su 250 milioni di accertamenti gestiti da Equitalia, quelli oggetto di provvedimenti di sgravio ammontano a circa 30 milioni. Lo ha detto in audizione alla Commissione bicamerale di vigilanza sull'anagrafe tributaria, l’Amministratore Delegato di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini.

Nella memoria consegnata ai parlamentari, Ruffini, tra le altre cose, ha scritto: “In termini di valore, l’incidenza media complessiva degli sgravidisposti da tutti gli Enti creditori successivamente alla consegna dei ruoli ad Equitalia è stata, nello stesso periodo, pari al 20,5%”.

L'annullamento delle cartelle di pagamento

L’annullamento delle cartelle di pagamento, ha spiegato Ruffini, “può avvenire a seguito di provvedimento di annullamento (sgravio) per indebito su disposizione dell’ente impositore, ovvero per effetto di provvedimenti giudiziari. Tra i motivi più ricorrenti si possono evidenziare: vizi dell’atto emesso; estinzione del debito da parte del contribuente mediante pagamento effettuato nella fase precedente alla formazione del ruolo; sentenze di annullamento della pretesa; adesione del contribuente a forme di definizione agevolata del credito, accordi di conciliazione, transazioni fiscali”.

Crediti in gran parte solo apparenti

Secondo l'amministratore delegato di Equitaliasi devono utilizzare meglio gli strumenti delle banche dati per evitare “il formarsi di magazzini di crediti in gran parte solo apparenti”.

I due elementi fondamentali di un’efficiente ed efficace riscossione sono “informazione e tempo”, ha detto Ruffini.

“Una tempestiva informazione consente notifiche più rapide e sicure, eliminando una delle principali cause di soccombenza nei contenziosi permette di evitare azioni inutili, con risparmio di risorse umane e materiali; indirizza gli sforzi di recupero laddove ci sono beni su cui si può utilmente agire; vanifica i tentativi di sottrarre dolosamente tali beni all’azione dell’Agente della riscossione; evita di far accumulare interessi in misura superiore a quella che il mero comportamento del debitore imporrebbe; comprime l’intervallo tra affidamento dei crediti ed esito degli stessi, impedendo il formarsi di magazzini di crediti in gran parte solo apparenti”, ha spiegato Ruffini.