È stato veloce l'esame da parte del Consiglio di Stato del ricorso presentato dalla lista che appoggia Stefano Fassina alle elezioni comunali romane “Sinistra per Roma - Stefano Fassina sindaco”. Dopo l'esclusione delle liste, la precedente sentenza del Tar aveva infatti confermato la rimozione di quella lista e delle altre: la “Lista Civica Fassina Sindaco" e le liste municipali collegate, le cui sentenze di esclusione saranno invece esaminate giovedì prossimo.

Il Consiglio di Stato

Il merito della risoluzione non poteva essere che sulla sostanza del problema sorto, infatti come dichiarato nel dispositivo uscito da Palazzo Spada, nessuna disposizione di legge prevede, per la materia elettorale, la nullità dell'autentica delle firme anche se prive di data, purchè risulti certo che l'autenticazione sia stata effettuata nel termine previsto dalla legge. La stessa logica non potrà che guidare le sentenze di giovedì per le altre liste.

Il Consiglio di Stato ha comunque ribaltato anche l'esclusione, da parte del Tar, di altre liste. A Roma "Rete Liberale" che appoggia Marchini e a Milano la lista di destra "Fratelli d'Italia" di appoggio a Parisi sono state riammesse.

Importanza del principio democratico

La suprema corte amministrativa nella sua sentenza ha anche sottolineato "l'importanza del principio democratico della massima partecipazione alle consultazioni elettorali nei casi in cui le liste siano in possesso di tutti i requisiti sostanziali e formali essenziali richiesti dalla legge". Infatti l'esclusione delle liste di sinistra a Roma avrebbe notevolmente modificato la possibilità di altri candidati di andare al ballottaggio. Gli ultimi sondaggi dopo la sentenza del Tar infatti davano Giachetti, candidato PD, avvantaggiato dalla mancata candidatura dell'autorevole esponente fuoriuscito da poco dallo stesso partito.

Ancora polemiche a sinistra?

La dichiarazione del renziano rilasciata subito su Twitter è comunque distensiva, confidando in un'alleanza con la sinistra almeno all'eventuale ballottaggio.

Anche altri rappresentanti della sinistra romana come Massimiliano Smeriglio, membro della segreteria nazionale di SeL e Gianluca Peciola, ex capogruppo dello stesso partito in Campidoglio si congratulano per la riammissione della lista, nonostante le polemiche sorte subito dopo l'esclusione. Le divergenze sono evidentemente legate alla linea politica del movimento SI romano in corso di formazione e in cui Fassina con la sua esperienza politica nazionale si propone come principale esponente. Gli esponenti di SeL, soprattutto Peciola, che avrebbero voluto altre candidature a Roma, cioè lo stesso Marino o Massimo Braypreconizzano una possibile alleanza dopo la vittoria non scontata con Giachetti e il PD. Inoltre SeL non avevano digerito una dichiarazione di Fassina che lamentava di essere stato lasciato solo ad affrontare la sfida elettorale.

Comunque la vittoriosa riammissione della lista “Sinistra per Roma - Stefano Fassina sindaco” dovrebbe finalmente calmare i bollenti spiriti presenti nella sinistra romana, avendo dimostrato che nessuna grave mancanza è stata compiuta e potrebbe spingere a trovare un accordo sulla linea politica, basandosi sui programmi dei candidati, più che su astratte e incomprensibili alchimie politiche.