Vi ricordate il duello finale con tre pistoleri nel film "Il buono, il brutto e il cattivo"? A differenza dell'originale di Sergio Leone, in questo caso ha vinto il "cattivo", "The Donald" da New York, che ha fatto fuori in maniera perentoria Ted Cruz e John Kasich. Non è servita a nulla la "santa alleanza" tra i due rivali del vulcanico magnate, così come il precedente ritiro di Marco Rubio aveva spostato di poco, anzi per nulla, gli equilibri elettorali all'interno del Partito Repubblicano.
Le primarie dell'Indiana hanno segnato il passo, la netta vittoria di Donald Trump ha fatto intuire a Cruz e Kasich che è perfettamente inutile proseguire la corsa.
Ufficiale il ritiro di Kasich
Diciamolo pure, la corsa elettorale di John Kasich è stata paragonabile a quella di un ciclista che, impegnato in una lunga gara a tappe, non esce mai dal gruppo. Ha vinto soltanto le primarie dell'Ohio, risultato scontato visto che ne ricopre la carica di governatore, ed ha raccolto 153 delegati. Ora conquista la prima pagina politica, per la prima volta nella storia di queste elezioni primarie, perché il suo ritiro segue di poche ore quello di Ted Cruz e, di fatto, lascia "un uomo solo al comando".
Ma proprio solo, perché Donald Trump resta l'unico candidato repubblicano in corsa ed a questo punto la nomination è certa. Non che ci fossero dubbi dopo il trionfale plebiscito che ha caratterizzato la sua corsa elettorale dal 19 aprile in poi, ma ora possiamo dirlo senza timore di smentita: Donald Trump rappresenterà il Grand Old Party alle elezioni presidenziali di novembre e la convention di luglio non potrà far altro che avallare la sua nomination. Con buona pace dei vertici repubblicani e con gran sospiro di sollievo da parte di Paul Ryan al quale nessuno potrà chiedere di interpretare il ruolo di anti-Trump dell'ultima ora e la sua nomination continuerà a restare "immacolata" almeno fino alle presidenziali del 2020.
I sondaggi danno Trump perdente alle presidenziali
Giorni di fuoco attendono gli elettori americani, a partire dalle convention che ufficializzeranno le candidature per la Casa Bianca. Abbiamo appena una vaga idea di ciò che "The Donald" tirerà fuori dal suo cilindro nella sfida ormai praticamente certa con Hillary Clinton, anche se di recente ha parlato meno da "giustiziere" e più da "candidato presidente". Ad ogni modo, secondo i sondaggi della Cnn, se si andasse oggi al voto per le presidenziali tra la Clinton e Trump, l'ex first lady vincerebbe con oltre il 54 per cento contro il 41 del rivale. L'esperienza di Hillary Clinton, secondo gli elettori intervistati, è ciò che serve in politica estera ed in questioni delicate come la lotta al terrorismo.
Ma sulle questioni di politica interna un buon 50 per cento dei cittadini americani si fida della fama di grande uomo d'affari che indubbiamente Trump si è guadagnato in tutti questi anni. Secondo questi elettori saprebbe gestire al meglio le questioni economiche del Paese. Curioso anche un altro quesito del sondaggio, riguarda Bernie Sanders. Se dovesse essere lui il candidato democratico ma questo è ovviamente molto improbabile, allo stato attuale avrebbe la meglio su Trump con oltre 16 punti percentuale. Ad ogni modo, oggi il pistolero Donald può soffiare compiaciuto sulla canna della sua colt, ha fatto fuori ben quattro candidati alla nomination (Bush, Rubio, Cruz e Kasich) e pure la dirigenza del Partito Repubblicano.