Storie di ordinaria follia. Paul Ryan ha già annunciato di non volere alcuna nomination per le presidenziali ma, paradossalmente, anche per questo motivocontinua ad essere l'unica alternativa del Partito Repubblicano di salvare capra e cavoli. Nonostante l'ultima roboante affermazione a New York, sembra difficile che Donald Trump possa ottenere la nomination al primo turno e dal secondo turno di voto in poi i delegati da lui raccolti non sono più obbligati ad esprimere la preferenza a suo favore. Visto che i vertici del Grand Old Party osteggiano "The Donald" e non mostrano fiducia nei confronti di Ted Cruz, l'attuale speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti resta l'anti-Trump per eccellenza e potrebbe restare tale fino alla convention di luglio.
Il "salvatore" del GOP
Aver rifiutato la nomination, al contrario, gli sta garantendo consensi. Paul Ryan non ha preso parte alle primarie ed in tanti hanno apprezzato la sua presa di coscienza, come dire "sono grato al partito che ha pensato a me, ma bisogna rispettare ciò che finora gli elettori hanno votato". Se dunque alla fine dovesse accettare una candidatura alle presidenziali di novembre, sarebbe dipinto come l'uomo in grando di sanare le evidenti spaccature in seno al GOP. Per questo motivo quella di Ryan è stata definita come una "immacolata nomination" ed il suo nome continuerà ad essere pronunciato fino a quando la convention di luglio non dirà il contrario. In realtà Paul Ryan potrebbe decidere di restare "immacolato" per i prossimi quattro anni ed iniziare quindi a preparare la sua candidatura per il 2020. Se Trump o Cruz andassero incontro ad una rovinosa sconfitta elettorale a novembre, chi meglio di lui sarebbe in grado di raccogliere i cocci e ricomporli?