Poche ore dopo i risultati elettorali dei ballottaggi che hanno visto il Pd perdere la guida di molte importanti città italiane, Roma e Torino su tutte, ma anche ben 5 dei 6 comuni toscani che andavano al voto, interviene il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che attacca il premier Renzi e annuncia la propria prossima discesa in campo per sostituirlo come segretario nazionale del partito.
Ecco le parole di Rossi: "Mi candido io alla segreteria nazionale per riportare a sinistra il Partito Democratico, perché il PD ha bisogno di un'identità di sinistra più forte che Renzi ha spostato verso il centrodestra. Occorre un radicamento sociale nel mondo del lavoro, fra i dipendenti e tra i ceti medi produttivi, che pensi ai disoccupati e a chi ha la pensione minima: quella è la nostra base sociale, non Marchionne". Poi ha proseguito: "A livello regionale è andata male ovunque, perché abbiamo vinto solo ad Altopascio, riconquistando la guida del comune dopo tanti anni, ma per il resto abbiamo perso dovunque".
Infine ha concluso: "La partita nazionale è però quella decisiva. Riflettiamo su Milano dove abbiamo vinto anche perché abbiamo tenuto unita tutta la sinistra, e questo può aver contribuito. C'è però bisogno di un nuovo segretario nazionale, mi candido per esserlo io".
A questo punto occorrerà capire quando si terrà il Congresso nazionale del Partito Democratico, nel quale Rossi potrà tradurre concretamente questi propositi di conquista della leadership del partito.
Va aggiunto che appena 13 mesi fa, il 31 maggio 2015, Enrico Rossi era stato rieletto come Presidente della Regione Toscana, un incarico che quindi dovrebbe mantenere fino al 2020. Ma una sua eventuale successione a Renzi alla guida nazionale del PD potrebbe clamorosamente porre fine in modo anticipato al suo mandato, dal momento che un "doppio incarico" sarebbe difficilmente accettato da molti a livello politico e istituzionale.
Un "precedente" poco incoraggiante
Da questo punto di vista è interessante citare un precedente: nel 2008 Walter Veltroni si dimise da Sindaco di Roma dopo soli due anni dalla propria riconferma (il suo mandato sarebbe scaduto nel 2011) per diventare segretario nazionale del PD e candidato premier, poi sconfitto da Berlusconi. Nel frattempo al comune di Roma vennero indette elezioni anticipate, che vinse Gianni Alemanno. In pratica Veltroni e il PD persero "capra e cavoli". Un precedente che forse dovrebbe far riflettere anche Enrico Rossi, tanto più che anche nella sua Toscana (dove proprio ieri il PD ha subito alcune sconfitte clamorose) i numeri iniziano a scricchiolare...