La commissione antimafia ha finalmente concluso il monitoraggio di 13 municipi in Italia, nei quali clan mafiosi e criminali potrebbero condizionare il voto, trovando 15 impresentabili nelle liste. Tra le città importanti, coinvolte in questa analisi, troviamo Roma e Battipaglia. Tra i comuni più piccoli, invece:Badolato, San Luca, Platì, Scalea, Ricadi, San Sostene in Calabria; Sant'Oreste e Morlupo nel Lazio; Trentola Ducenta e Villa di Briano in Campania.

Come dichiarato dalla commissione stessa, però, il numero esiguo non deve trarre in inganno: "Il monitoraggio è risultato complesso e ha prodotto solamente risultati parziali, a causa dell'altissimo numero di candidature.

Il quadro generale non pare per nulla rassicurante".

Roma al comando di questa vergognosa classifica

Nel VI municipio di Roma (zona delle torri, tra cui Tor Bella Monaca), 5 candidati sono finiti sotto accusa della commissione antimafia presieduta da Bindi. Qui troviamo di tutto e di più: da chi ha subito 8 condanne, di cui una per ricettazione, a chi è condannatoin primo grado per detenzione di armi, fino a chi viene accusatodi tentata estorsione. Ma il dato più sorprendente riguarda un candidato sindaco arrestato, nel 2013, per furto aggravato e colto in fragranza di reato.

Non solo Roma

Dati preoccupanti ci portano anche lontano dalla capitale: è stato infatti rilevato in un altro comune, che una candidata sindaco è sposata con un avvocato attualmente condannato a 9 anni per concorso in corruzione e partecipazione ad associazione mafiosa.

Mentre in Calabria, un candidato è imparentato con un soggetto appartenente al clan Gallace della 'ndrangheta. Inoltre va aggiunto che 19, individuati dal prefetto di Caserta, hanno presentato false auto dichiarazioni.

Nel piccolo comune di Locride, invece, la commissione antimafia ha trovato difficoltà nel definire gli impresentabili: le presunte parentele con membri appartenenti a clan mafiosi, non sono sufficienti per giudicare il candidato come impresentabile.